PALERMO – Botta e risposta durissimo tra il vescovo di Cefalù, Giuseppe Marciante, e il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. A provocare il duello verbale sono le dichiarazioni di monsignor Marciante che sferza la politica sulle responsabilità amministrative degli incendi che da giovedì sera devastano il territorio delle Madonie: “Occorre organizzare una protesta generale davanti all’inerzia colpevole dei vari governi regionali. Mi dispiace tanto. Tra incendi e calo demografico avanza la desertificazione della Sicilia”, le parole del presule che sanno di ‘opposizione’ (seppur soltanto verbale) al governo regionale. Una espressione poi di vicinanza agli abitanti di Gratteri, nel Palermitano, per il vasto rogo che ha devastato il territorio e minacciato il borgo. “Sono vicino alla comunità di Gratteri per l’ingente danno ambientale subito, ormai il fenomeno degli incendi è diventato insopportabile”.
La risposta di Schifani
Il governatore ribatte a distanza, paventando il rischio che le parole del vescovo di Cefalù possano innescare una reazione popolare: “Stupiscono le parole del vescovo di Cefalù che rischiano solo di alimentare proteste e fomentare la sommossa popolare – dice Schifani -. Comprendo e condivido la rabbia e l’indignazione per questo ennesimo scempio ai danni del nostro territorio e delle nostre comunità, ma riteniamo ingiustificabili gli attacchi a questo governo regionale che fin dal suo insediamento ha lavorato e continua a lavorare per risolvere in maniera strutturale i problemi della Sicilia, tra i quali gli incendi, operando strategicamente per la tutela del territorio e la prevenzione. Ricordo al vescovo che abbiamo dovuto pagare un duro prezzo in termini di vite umane nel contrasto ai roghi causati spesso da criminali senza scrupoli”. Quindi l’appello: “Unire le forze per una trasformazione culturale improntata alla cura e al rispetto del creato”.
Schifani: “Attacchi ingiustificabili”
Schifani poi spiega nel dettaglio il lavoro sul campo per combattere le fiamme: “Per domare questo incendio, da ieri sera, sono impegnati 12 squadre con 50 operai forestali, 12 autobotti, 6 ispettori del Corpo forestale della Regione Siciliana, 2 canadair e 2 elicotteri”. Il governatore parla infine di “attacchi ingiustificabili a questo governo regionale che fin dal suo insediamento – prosegue – ha lavorato e continua a lavorare per risolvere in maniera strutturale i problemi della Sicilia, tra i quali gli incendi, operando strategicamente per la tutela del territorio e la prevenzione”.
Barbagallo: “Schifani inadeguato”
Sulla polemica si inserisce il Pd per bocca del segretario regionale Anthony Barbagallo: “Nessuno osi disturbare il quieto governare del presidente Schifani – ironizza – men che meno il vescovo di Cefalù. Di fronte all’ennesimo fenomeno associato e imprevedibile, ovvero vento di scirocco e conseguenti incendi e alle rimostranze dell’alto prelato, Schifani lo riprende bollando le sue dichiarazioni come ingiustificabili”. Barbagallo parla di “delirio da onnipotenza che non cela altro che l’assoluta inadeguatezza politica di questo esecutivo con in primis il suo presidente”. E infine l’affondo: “Dalla Regione nessuna programmazione, zero attività di prevenzione e controllo nelle zone boschive e in quelle ad alto rischio incendi a causa dell’incuria”. Per il dem “è altrettanto grave, da parte di Schifani, strumentalizzare il sacrificio, a costo della vita, del personale anti incendio, per zittire il vescovo di Cefalù, a cui va la nostra vicinanza e solidarietà”.
Pellegrino (FI): “Dal Pd polemiche sterili”
Il presidente dei deputati di Forza Italia all’Ars, Stefano Pellegrino, attacca il dem Barbagallo e parla di “polemiche sterili”: “Spiace vedere come di fronte ad una situazione di oggettiva emergenza determinata dalle condizioni meteoclimatiche sempre più estreme, ci sia chi – come l’onorevole Barbagallo – non perde occasione per polemiche sterili e soprattutto inutili“. “Dov’era il Pd quando nel 2016 il governatore Crocetta attribuiva alla criminalità organizzata e alla speculazione edilizia le cause degli incendi avanzando un’ipotesi criminale?”, domanda Pellegrino. E poi ancora: “Dov’era il Pd, quando nel 2017 Crocetta attribuiva la responsabilità allo Stato per poi essere richiamato dal capo della Protezione civile nazionale per aver cercato di “coprire inefficienze regionali con fantomatiche mancanze statali”? Dov’era ancora il Pd, quando Crocetta dava la colpa a un “disegno politico, affaristico, criminale” sostenendo che gli incendi fossero un “attacco” al suo governo? La verità è che il PD arriva per primo soltanto quando ci sono occasioni in cui invece sarebbe meglio tacere”, conclude Barbagallo.
La Vardera: “Legittime le critiche”
Al presidente della Regione risponde anche il deputato di Sud chiama nord Ismaele La Vardera: “No caro Schifani, il vescovo non aizza la gente, ma legittimamente sta criticando una politica inerte, e un governo che da mesi scappa dal Parlamento che proprio sull’emergenza incendi aveva chiesto un confronto con lei – dice la ex ‘Iena’ -. Presidente in questo momento ci chiediamo di chi è presidente, un uomo che non rispetta il Parlamento e si permette di fare una pensando di poter zittire un vescovo, cui va la mia solidarietà. In aula la prossima settimana porterò una storia sugli incendi che farà a capire ai siciliani come la sua presidenza ha delle responsabilità incredibili. Su una vicenda che fortunatamente non è diventata tragedia”. La Vardera chiede infine che Schifani riferisca in aula sugli incendi.
Catanzaro (Pd): “La strategia del governo non ha funzionato”
“Ancora una volta la strategia del governo non ha funzionato“, tuona Michele Catanzaro capogruppo del Pd all’Ars. “Aspettavamo delle soluzioni ma non ci sono così come non c’è il presidente della Regione che invece di scrivere al parlamento farebbe bene ad essere presente”. “La Sicilia è nuovamente nella morsa del fuoco così come accaduto lo scorso luglio – continua Catanzaro – ed il Pd continua a chiedere che il presidente Schifani venga a confrontarsi con il parlamento per spiegare le criticità del sistema antincendio regionale, ma a distanza di mesi del presidente nemmeno l’ombra”.
Il dem attacca il governatore della Sicilia dopo il suo botta e risposta con monsignor Giuseppe Marciante: “Schifani metta da parte la presunzione con la quale ha ritenuto di rispondere alle accuse di inerzia mosse dal vescovo di Cefalù e spieghi quanti altri ettari di vegetazione dovranno andare in fumo prima di capire come fronteggiare il problema incendi”.
De Luca (M5S): “La misura è colma”
La polemica tra il governatore della Sicilia e il vescovo di Cefalù ha fatto storcere il naso anche al capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca: “Se il Vescovo di Cefalù esce con una sortita così pesante sulla ormai perpetua emergenza incendi, è evidente che la misura è abbondantemente colma. E da tempo. Schifani farebbe bene a rifletterci: Non sono le dichiarazioni del prelato ad essere pericolose, ma la totale inazione e inefficacia del suo esecutivo, praticamente nullo su tutti i versanti. Ci lamentavamo dei governi Crocetta e Musumeci; non potevamo immaginare che la sorte beffarda avesse in serbo per i siciliani di molto peggio: Schifani. Questa volta – continua Antonio De Luca – ad alzare la voce contro questo esecutivo non sono le solite opposizioni brutte e cattive, ma un autorevole esponente della Chiesa, che non fa che incarnare il pensiero della stragrande maggioranza dei siciliani che, lo ricordiamo al distratto Schifani, che evidentemente non se n’è nemmeno accorto, sono già scesi in piazza a protestare contro gli incendi proprio sotto le sue finestre”.