PALERMO – Grandi eventi e Circuito del mito. Due calendari di manifestazioni organizzate dall’assessorato regionale al Turismo su cui da mesi lavorano i pubblici ministeri della Procura di Palermo.
Ad ottobre scorso i finanzieri sono andati negli uffici dell’assessorato per acquisire la documentazione sugli spettacoli e gli appuntamenti culturali inseriti, a partire dal 2010, nel Circuito del mito. Tutto è partito da alcuni esposti finiti sul tavolo dei magistratura. A firmarli sono state persone tagliate fuori dai lavori. Gente che ha sentito di puzza di bruciato. Si è ripetuto quanto avvenuto per l’altra inchiesta che ha scosso gli uffici regionali di via Notarbartolo, quella sui Grandi eventi.
Gli investigatori hanno passato al setaccio ogni singola manifestazione organizzata nel 2010 e 2011 e quelle rimaste in stand by nel 2012. Il cartellone del Circuito in programma l’estate scorsa, infatti, è stato bloccato quando è partita l’inchiesta. I magistrati, in questi mesi, hanno ricostruito le procedure per cercare di scoprire come e perché si sia scelto di organizzare alcuni avvenimenti culturali, piuttosto che altri. L’iter non prevedeva alcun bando pubblico, ma la direzione artistica poteva scegliere fra migliaia di progetti. Un esercito di organizzatori si è proposto per essere inserito nel Circuito. La direzione artistica aveva il compito di valutare i progetti, tenendo conto, anche e soprattutto, dei flussi turistici che i singoli appuntamenti potevano generare. Una volta stilato, il cartellone è stato inviato alla Regione che aveva il compito di occuparsi della cosiddetta “implementazione”. E cioè la gestione dei servizi collaterali: dagli spazi pubblicitari alle forniture. Infine, il carteggio è passato alla Corte di Conti per il visto definitivo. Lungo questo tragitto si sarebbe annidato, secondo la Procura della Repubblica, il malaffare. Prezzi e contratti non convincono gli investigatori.
Passiamo ai Grandi eventi. Anche stavolta ad occuparsene è il pool coordinato dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e composto dai sostituti Maurizio Agnello, Sergio Demontis, Gaetano Paci e Alessandro Picchi. Sono sette le persone finora finite sotto accusa. Innanzitutto, Faustino Giacchetto, project manager e personaggio chiave dell’inchiesta. Nel registro degli indagati ci sono pure i nomi dell’imprenditore Luciano Muratore, del dirigente regionale del settore Turismo di Taormina, Antonio Belcuore, e quelli di Angelo Vitale, Sergio Colli, Stefania Scaduto e Giuseppe Imburgia, rappresentanti legali di alcune imprese.
Il giudice per le indagini preliminari, che non convalidò il sequestro di soldi e i gioielli a Giacchetto, puntò il dito contro quello che definì un “sistema collusivo che oltre che assai articolato e ramificato, si presenta dotato di un’intensissima vitalità operativa”. Gare truccate, funzionari corrotti e politici compiacenti. Mazzette in cambio di bandi costruiti ad hoc per favorire gli imprenditori disposti ad oliare il sistema. Il tutto grazie al ricorso sistematico alla trattativa privata. È questa, in sostanza, l’ipotesi su cui lavora la procura di Palermo che ha passato al setaccio dodici Grandi eventi organizzati fra il 2010 e il 2011.
Sarebbe stato Giacchetto a fare da intermediario fra la Regione che bandiva le gare e gli imprenditori che se le aggiudicavano. Secondo l’accusa, in maniera illecita. E così gli investigatori gli contestano la turbativa d’asta. Le gare incriminate sono la visita palermitana di Papa Benedetto XVI, il Festino di Santa Rosalia 2011, i XV Giochi delle Isole, il Palermo fashion night, le rassegne Inycon di Menfi e Cous cous fest di San Vito Lo Capo del 2011, la settimana tricolore di ciclismo, il Sicily modern penthatlon nelle province di Catania e Messina, il Sicilian ladies open golf tenutosi presso il “Picciolo golf club” di Castiglione di Sicilia, i campionati mondiali di scherma di Catania, il Taormina Fashion Award di Taormina. Appuntamenti organizzati fra il 2010 e il 2011. Uno dei capitoli più spinosi riguarda i rapporti fra Giacchetto e i politici a cui il projetc manager avrebbe avrebbe pure messo a disposizione due appartamenti.
In questi mesi le inchieste si sono arricchite delle dichiarazioni di alcuni personaggi ben inseriti nel sistema che hanno messo le loro conoscenze a disposizione dei magistrati. La sensazione è che la Procura non si stia occupando solo di eventi turistici e rassegne culturali.