PALERMO – Una ventina di lettere di minacce, un’auto bruciata, alcuni alberi tagliati in un terreno di sua proprietà; ma ora il sindacalista della Cgil, Vincenzo Liarda, che a Polizzi Generosa (Palermo) si è battuto per l’utilizzo del feudo Verbumcaudo confiscato al boss Michele Greco, è indagato dalla procura di Termini Imerese. E’ accusato di essere l’autore di almeno una delle lettere di minacce che negli anni gli sono state recapitate, proprio la missiva dal contenuto più pesante. Su quel foglio, infatti, i carabinieri del Ris hanno trovato una sua impronta digitale, che non doveva esserci: la lettera, aperta dalla moglie, fu subito consegnata ai carabinieri.
La notizia è pubblicata sull’edizione locale di Repubblica, che riporta un secco commento della procura di Termini Imerese guidata da Alfredo Morvillo, cognato di Giovanni Falcone. “Ci limitiamo – dicono i pm – ai fatti oggettivi che emergono”. L’inchiesta sulle minacce a Liarda era stata condotta dai carabinieri di Monreale e coordinata dalla Dda di Palermo. Liarda, che alla Cgil ha avuto anche incarichi nazionali, è presidente del Consorzio madonita per la legalità e lo sviluppo. Per un periodo è stato sotto scorta e quando gli fu tolta si sollevò un vespaio di polemiche.
Liarda, a cui è stato sequestrato un computer, è indagato per simulazione di reato. Anche se l’impronta del sindacalista è stata trovata solo su una lettera d’intimidazione, la più pesante, vengono ora passate al setaccio tutte le minacce e gli attentati subiti da Liarda: venti. L’escalation intimidatoria denunciata dall’uomo ora indagato cominciò nel maggio 2010, quando al Cgil rese noto che Liarda aveva ricevuto una lettera di minacce con due proiettili. Un’altra lettera intimidatoria venne ricevuta pochi giorni dopo e oggetto delle minacce, oltre al sindacalista madonita, era anche il senatore ex Pd Beppe Lumia. Da allora Liarda ricevette numerose missive con minacce, proiettili, polvere da sparo. Il sindacalista denunciò di aver subito attentati ai suoi beni ottenendo la solidarietà del mondo politico, sindacale e delle associazioni impegnate per la legalità.
“Respingo con chiarezza e fermezza l’accusa di simulazione di reato, di cui ho avuto oggi notizia dalla stampa, ipotizzata dalla Procura di Termini Imerese. Sono indignato, ma sereno, ed è giusto che la magistratura faccia gli accertamenti dovuti. Attento con fiducia l’esito delle indagini”. Lo scrive in una nota il sindacalista della Cgil, Vincenzo Liarda.
“La notizia che riguarda Vincenzo Liarda, ci lascia sconcertati – dichiara il segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo – Abbiamo piena fiducia nella magistratura. Auspichiamo che l’ ipotesi, grave, di reato contestata a Liarda venga nel più breve tempo possibile chiarita, ferma restando la validità delle battaglie per l’affermazione della legalità della Cgil, della Flai e di tutto il movimento antimafia, storicamente condotte nella nostra provincia e nella nostra regione, che hanno portato tra gli altri risultati alla riconsegna alla collettività del feudo di Verbumcaudo, sequestrato e confiscato alla mafia, e oggi utilizzato a fini sociali”. (ANSA)