"Nella scala gli ho sparato..."| Confessione choc in ospedale - Live Sicilia

“Nella scala gli ho sparato…”| Confessione choc in ospedale

Nella foto il luogo del delitto e Domenico Barbagallo

Borgo Nuovo. Le microspie aggiungono un tassello all'indagine sul delitto di Vincenzo Barbagallo.

PALERMO – “Prima voglio vedere come mi finisce a me con questi carabinieri là… mi hanno fatto la cosa della povere da sparo… forse i colpi sono finiti… nella scala gli ho sparato… io mi scantavo per voi altri…”.

Le microspie piazzate dai carabinieri del Nucleo investigativo in una stanza dell’ospedale Cervello registrano la “confessione” in diretta di Domenico Barbagallo, da ieri arrestato con l’accusa di avere tentato di uccidere Francesco Lo Monaco, l’uomo che il 25 giugno scorso, secondo l’accusa, ha assassinato il padre Vincenzo.

Le famiglie Barbagallo e Lo Monaco litigavano per il volume alto della musica, i panni stesi, l’acqua che gocciolava. In largo Pozzillo, a Borgo Nuovo, il clima era spesso teso. Fino a quando è esplosa la follia omicida. Lo stesso giudice che ieri ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare contesta all’indagato l’aggravante dei “futili motivi connessi a litigi per rapporti di vicinato”, ma si indaga ancora per capire se i panni stesi abbiano fatto esplodere rancori legati ad interessi economici illeciti. Sarebbe stato prima Domenico Barbagallo, temendo per la propria vita a sparare contro Lo Monaco. Lo Monaco che, dopo la fuga, si sarebbe rifatto uccidendo il padre di Domenico, Vincenzo Barbagallo.

Ad ascoltare le sue parole in ospedale c’è un parente. Che risponde con frasi altrettanto drammatiche: “… poi quando lo hai preso di qua… pareva tipo un film… tipo quello cadeva a terra e moriva… non lo so non ho capito niente… ho visto (sta parlando di Vincenzo Barbagallo, ndr) a terra… e poi pure a te più lì sotto… e mi spaventavo tipo che sparava ancora pure a me”.

“Non volevo che succedeva tutto questo… non ci doveva essere”, aggiunge Barbagallo. L’uomo è finito in cella. Secondo il giudice per le indagini preliminari Gigi Omar Modica, si tratta di un soggetto “socialmente pericoloso” che merita di stare in cella così come chiesto dal pubblico ministero Giuseppina Motisi. Lo dimostrerebbero, ancora una volta, alcune sue frasi intercettate. Voleva “sbrigarsela da solo” e aveva propositi di vendetta: “Ma non finisce mica qua”.


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