PALERMO – Vittorio Sgarbi vuole provarci davvero. Il critico d’arte ha deciso di candidarsi alla presidenza della Regione siciliana con il suo movimento Rinascimento. E spiega i motivi della sua scelta, bocciando i candidati in corsa dicendo tra l’altro di voler acchiappare i voti di Totò Cuffaro.
“Credo che la Sicilia – scrive Sgarbi in una nota – sia nel mio destino. Lo faccio come atto d’amore verso una regione simbolo della bellezza italiana, per una Sicilia libera dai pregiudizi e dai luoghi comuni. E per restituirle la dignità di terra degli Dei. Basta con l’esaltazione della mafia per perpetuare l’antimafia dei privilegi e degli affari, umiliando l’isola e i suoi abitanti: è ora di finirla con quanti, pur di dare un senso alle loro funzioni, chiamano tutto mafia”.
Mentre il libro scritto a quattro mani con Giulio Tremonti, “Rinascimento”, scala le classifiche, Sgarbi guarda alle prossime Politiche e vuole testare il suo progetto nell’Isola. “Non posso far finta che le elezioni siciliane non siano prodromiche alle Politiche. È talmente evidente che ci sia un nesso. Allora avevo diverse opzioni. La prima, comodissima, non fare niente. La seconda era andare con Musumeci. E ci avevo anche pensato quando Miccichè voleva rompere con lui e andare con Alfano, ma poi è tornato”. E allora rimaneva la terza opzione. Quella della corsa in prima persona.
Non sarebbe la prima volta in Sicilia, d’altronde, per Sgarbi. Che fu già sindaco di Salemi. Il critico è un fiume in piena e spiega, col suo consueto stile pirotecnico, quello che ritiene il suo punto di forza: “Armao? Ha tremila follower, io ne ho un milione e otto. Ma Berlusconi si innamora, come fu per Parisi a Milano. Parisi, quello che vuole fare un partito che si chiama Energie per l’Italia con tre lampadine. Doveva candidare me a Milano, Berlusconi. Ha perso l’occasione di vincere al ballottaggio, perché i grillini lì mi avrebbero votato. Ora c’è un’alta occasione: la Sicilia”.
I candidati in corsa quindi non la convincono?
“Io mi chiedo: può vincere in Sicilia un candidato appoggiato dalla Lega? Deve vincere in Sicilia un ragioniere? Nella Sicilia di Pirandello?”.
E chi sarebbe il ragioniere?
“Cancelleri”.
È geometra.
“Vabbé. Oppure uno calato dall’alto? Il rettore che non si vuole dimettere? Io sono Sgarbi, loro chi ca… sono? Io ho la mia storia. Perché la gente non dovrebbe votare me? Ho fatto 150 libri, ho scritto di Sicilia. Qui invece ci sono quelli che si erano già candidati. Crocetta è uno che in cinque anni non è riuscito a fare niente non solo per la Sicilia ma anche per se stesso”.
E così ha deciso di correre lei.
“Musumeci voleva tre candidati miei nelle sue liste, ma io non mi nascondo. Mi scrive Crocetta e mi chiede ‘vuoi candidarti con me?’. La soluzione è che vado da solo. E faccio una cosa che nessuno farebbe”.
Cioè?
“Io chiedo i voti di Cuffaro e chiedo che Cuffaro appoggi questa lista. Non mi vergogno di Cuffaro, la cui condanna fu invece una vergogna. Io l’antimafia che cerca la trattativa del ’92 processando Mori la ritengo una espropriazione della Sicilia. La mafia è quella che combatto io, quella dell’eolico, contro cui mi sono battuto”.
Ma guardi che i cuffariani appoggiano Musumeci.
“Non Cuffaro. Lui odia Musumeci che lo ha insultato. Lui mi ha chiesto: ‘ti danneggio o ti avvantaggio?’. Non lo so, ma io chiedo l’appoggio di quelli che hanno votato Cuffaro. Perché Cuffaro è più innocente dei pm che si inventano teoremi. Io non credo che Cuffaro sia innocente ma credo che sia stato condannato oltre la misura del lecito. Doveva avere sette mesi, non sette anni. Un processo che non ha colpito solo un uomo, ma ha criminalizzato la Sicilia intera. Così come è stata condannata Salemi ingiustamente. La trattativa tra Stato e mafia bisognava vederla nell’eolico. Non chiedo contropartite a Cuffaro, cui do il mio sostegno morale in nome di Marco Pannella e di chi ha combattuto e combatte per la giustizia giusta”.
Insomma, sta dicendo che davvero si candiderà.
“Vado avanti come un bazooka ritenendo che la Sicilia non possa avere candidati al di sotto della sua grandezza. Io sono un professore universitario di prima fascia, non un ricercatore”.
Ma lo saprà che deve essere residente in Sicilia per candidarsi.
“Io sono residente a Calascibetta! Sono venuto in Sicilia di notte per inc… tutti e mi sono trasferito. Sgarbi non è Sgarbi per niente. Tremonti non è d’accordo, ma se vado bene in Sicilia vado alle Politiche”.
E che cosa vorrebbe proporre in Sicilia?
“Rovesciare tutto il progetto Crocetta e investire tutto sui beni culturali. Le Canarie che non hanno un cavolo da vedere hanno quattro miliardi di incasso per 75 milioni di visitatori, la Sicilia che è molto più bella ne ha sei milioni e cinquecento. Bisogna innalzare l’immagine della Sicilia. E dire che la Sicilia non è Musumeci o Crocetta ma Verga, Pirandello, i templi greci, Guccione. Non erigere pale eoliche ma rimettere in piedi il tempio G di Selinunte. E poi rimettere a posto le strade, i collegamenti, le infrastrutture. L’Agrigento-Palermo è un tormento di Dio: non si può proseguire così. La Sicilia va liberata dal peccato originale che la rende un luogo pericoloso essendo invece un luogo bellissimo”.
Insomma, strade e bellezza.
“Ma sì. Volevamo fare diventare il simbolo della Sicilia l’Ignoto marinaio di Antonello, come la Gioconda. Quello lì ammicca ha una faccia che dice: ‘venite qua’. Non si è fatto. Qua tutto è difficile, i siciliani sono discriminati. Qua quelli che lavorano vengono umiliati con inchieste e poi si scopre che non hanno fatto niente”.
Allora andrà da solo? O cercherà compagnia, oltre agli elettori di Cuffaro?
“Ho chiamato i Verdi, ho parlato con Bonelli, gli ho detto di venire con me, ma questi vogliono andare con la sinistra. Con Fava! Pazzesco. Ho chiesto al sindaco di Licata sfiduciato di candidarsi con me. Ci sta pensando”.
E le liste? Serve una macchina per raccogliere le firme.
“Avevo già praticato una serie di collegamenti con il Mir di Samorì. Io vado avanti. Ci vediamo presto a Palermo”.