Isis, Sicilia minacciata | dai 'Lupi solitari' - Live Sicilia

Isis, Sicilia minacciata | dai ‘Lupi solitari’

Un dossier sull'Isis rivela i rischi per la Sicilia e per l'Italia. Dopo gli articoli di LiveSicilia, la stampa nazionale rilancia il tema della sicurezza. 'Panorama' - oggi in edicola - e quelle rivelazioni sui possibili infiltrati. (all'interno la foto di copertina di 'Panorama', in homepage una foto d'archivio sui curdi prigionieri dell'Isis).

Le indagini
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PALERMO- Non solo minacce via twitter, non solo tentativi di fare paura sul web. I tagliagole dell’Isis rappresentano un rischio concreto, per l’Italia e per la Sicilia. Dopo l’attenzione posta sul tema da LiveSicilia, la stampa nazionale rilancia l’allarme.

Nell’articolo a firma di Antonio Rossitto, pubblicato sul numero di ‘Panorama’ in edicola da oggi, il pericolo viene descritto come prossimo, da fonti accreditate. “‘L’Italia non entri in guerra contro lo Stato islamico o il Mediterraneo si colorerà di sangue: i ‘Lupi solitari’ sono pronti a colpire’. L’ultima minaccia dell’Isis – scrive Rossitto – dopo giorni di dibattito sull’opportunità di intervenire in Libia, è stata diffusa su Twitter il 23 febbraio 2015. La jihad telematica è sempre più battente: esalta le gesta del Califfato e fa proseliti tra gli estremisti. ‘Lupi solitari’ sono le stesse due parole che il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, ha cerchiato di rosso dopo aver letto il riservatissimo dossier inviatogli dalla Digos il 30 gennaio 2015. Oggetto: ‘La grave minaccia del terrorismo di matrice jihadista in Italia’. ‘Homegrown (cresciuti in in casa, ndr)’ oppure ‘Lupi solitari’. Così vengono definiti nel rapporto investigativo che Panorama ha potuto leggere in esclusiva: ‘Terroristi che spesso sono immigrati di seconda, terza generazione o convertiti. Ricercano le proprie origini o le ragioni profonde della loro esistenza nell’estremismo ideologico e nel messaggio jihadista. Sono persone difficilissime da identificare prima che passino all’azione'”.

Argomento spinoso, che LiveSicilia aveva raccontato con la cronaca di Riccardo Lo Verso: “La Procura di Palermo ha creato mesi fa un pool di magistrati per occuparsi di terrorismo. Un motivo deve esserci. Anzi, più di un motivo: sono le informazioni dei Servizi segreti, le voci delle fonti confidenziali e i racconti di alcuni disperati sbarcati nelle carrette del mare ad avere suggerito l’opportunità di avviare un’attività di prevenzione.

Non è un’operazione di facciata quella della magistratura palermitana. E lo dimostra anche e soprattutto il numero dei pm impegnati. Del il pool anti terrorismo fanno parte il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e i sostituti Calogero Ferrara, Emanuele Ravaglioli e Sergio Barbiera, sotto la direzione del procuratore Franco Lo Voi. Le indagini, per lo più delegate ai poliziotti della Digos, muovono dalla convinzione che in Sicilia siano arrivati soggetti già legati alle frange armate che operano nel Maghreb. Che i magistrati facciano sul serio lo ha dimostrato il giro di perquisizioni eseguito a fine gennaio e culminato nel fermo di Giacomo Piran, un palermitano di 44 anni. Gli viene contestata l’accusa di detenzione illegale di munizioni da guerra. Ma c’è il sospetto, solo il sospetto, di una possibile simpatia per l’estremismo islamico. I poliziotti della Digos hanno ‘visitato’ una quarantina di siti fra Palermo, Agrigento e Trapani”.

Precauzioni e preoccupazioni investigative rilanciate sul piano nazionale da ‘Panorama’: “La Procura (di Palermo, ndr) è una delle più esposte alle minacce del Califfato. Ha competenza anche sulle aree bagnate dal mar di Sicilia. Quindi anche Lampedusa, che dista appena 355 chilometri dalla Libia, da dove partono le carrette. Solo l’anno scorso sulle coste italiane sono approdati oltre 165 mila immigrati. E da qualche mese la paura s’è fatta minaccia: ‘Fonte di ulteriore preoccupazione è da ritenersi anche l’incessante fenomeno dei flussi migratori’ scrive l’intelligence. Coloro che arrivano sui barconi non sono terroristi, ma potrebbero diventarlo. Il motivo è lo stesso che può trasformare i ‘lupi solitari’ in jihadisti: ‘Vivono in una condizione di disagio che li rende fragili e aggredibili a un pericoloso indottrinamento’.

A Palermo sono in corso diverse indagini. Il riserbo è assoluto. Gli investigatori dell’antiterrorismo hanno intensificato i loro contatti con i servizi segreti e le fonti confidenziali. Pedinamenti, intercettazioni, analisi dei messaggi apparsi su internet, monitoraggio continuo dei social network. Il dossier inviato al procuratore Lo Voi evidenzia un altro fenomeno su cui si stanno concentrando gli sforzi investigativi: ‘Il reclutamento e l’indottrinamento alla fede jihadista di cittadini italiani convertiti all’islam’. Cani sciolti disposti a immolarsi per la causa di al-Baghdadi”.
E nel corso di un’audizione alla Camera, anche il capo della polizia, il prefetto Alessandro Pansa, ha lanciato l’allarme: “Mai così alto il rischio attentati”.

La foto della copertina di Panorama

 


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