CATANIA. Sui rifiuti a Catania c’è un nuovo piano da 4,3 milioni di euro. Non che il municipio si sia arricchito all’improvviso, semplicemente c’entra ancora una volta il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza che fa piovere miliardi sullo Stivale. E il capoluogo etneo non può permettersi di stare all’asciutto. Così la direzione Ecologia di via Pulvirenti si è messa a progettare: cinque nuovi centri comunali di raccolta, promessi da anni, e delle isole ecologiche intelligenti per dare una spinta alla raccolta differenziata.
I progetti per il Pnrr
I progetti sono stati approvati dalla giunta di Palazzo degli elefanti, quasi al gran completo. Così il neoassessore al ramo Andrea Barresi porta a casa, intanto, un primo successo, grande quanto le cifre dei finanziamenti richiesti: 592mila euro per un centro comunale di raccolta in via De La Salle e altrettanti per uno in via Toledo; 999mila euro ciascuno per altri tre in via Ungaretti, via Tasso e viale Moncada, 197mila euro per strutture smart che aiutino i cittadini a differenziare, se proprio il porta a porta non lo apprezzassero. Tutte cose che diventeranno realtà se il MiTE, il ministero per la Transizione ecologica, concederà il finanziamento.
Nella gestione dei rifiuti urbani, il ministero ha previsto 1,5 miliardi di euro per tutt’Italia, distribuiti in tre linee di intervento. Seicento milioni sono stati destinati a “miglioramento e meccanizzazione della rete di raccolta differenziata”. Che è il finanziamento a cui il Comune di Catania spera di accedere. La direttrice dell’Ecologia Lara Riguccio ha così elaborato gli studi di fattibilità sottoposti alla validazione ministeriale. Nei documenti si leggono le migliori intenzioni: “Sviluppare modelli di raccolta differenziata basati sulla digitalizzazione dei processi, l’efficientamento dei costi e la razionalizzazione e semplificazione dei flussi di rifiuti urbani prodotti, che consentano di pervenire a un incremento significativo delle quote di differenziata”.
La raccolta differenziata
La differenziata. Il tallone d’Achille della città. Oggi l’ufficio stampa del Comune ha inviato un comunicato per dare notizia dei nuovi risultati nei lotti Nord e Sud: il 47 per cento nel primo, il 35 per cento nel secondo. “Risultati di straordinario valore”, ha detto l’assessore Barresi. “Con la realizzazione del centro comunale di raccolta, di cui alla presente proposta, si prevede di raggiungere l’obiettivo di raccolta differenziata del 65 per cento, con un incremento della percentuale di raccolta differenziata del 55 per cento“, si legge in ciascuno dei progetti sottoposti al MiTE.
Ciascuno di questi centri, secondo i piani sognati dall’amministrazione, dovrà essere accessibile solo tramite badge e consentire la pesatura dei rifiuti conferiti, inclusi i Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) e gli ingombranti. Per evitare gli odori, saranno installati degli “sprinkler“, cioè dei diffusori, “con molecole ossidanti naturali“. E tutto attorno al Ccr ci saranno alberi per nascondere i cassoni alla vista dalla strada.
I centri comunali di raccolta
L’area di occupazione prevista via Toledo, una strada anni fa chiusa al traffico per evitare le discariche abusive, è di 2400 metri quadrati nel cuore di San Cristoforo. In via Ungaretti, nei pressi di via Palermo, i metri quadrati saranno 3100. In via De La Salle, a Canalicchio, altri 2400 metri quadrati. In viale Moncada, a Librino, sono previsti 3100 metri quadrati: il Comune, però, sbaglia il nome della strada e nel progetto la definisce “via Moncada”, che però si trova proprio accanto via Toledo. L’ultimo, in via Tasso, sarà di 3100 metri quadrati e anche su questo la localizzazione offre uno spunto di cronaca: è a pochissima distanza da via Generale Ameglio, quartiere di Nesima, dove era presente un’isola ecologica completamente vandalizzata e trasformata, a dicembre 2020, in un “punto eco mobile” amovibile.
Le isole ecologiche intelligenti
L’ultimo intervento per il quale il Comune, in tema di rifiuti, chiede i fondi del Pnrr sono le isole ecologiche “intelligenti”. A dirla così, sembra più di quanto non sia: sono strutture che contengono otto grandi cassonetti per categorie diverse di rifiuti, che si aprono solo dopo avere passato una tessera con un qr code o un altro sistema di identificazione. Con 197mila euro, Palazzo degli elefanti pensa di acquistarne quattro e di installarle “entro e non oltre il primo semestre 2023“. I luoghi individuati? Il parco di Vulcania, in via Torino (ancora una volta il Comune commette un errore e indica “viale Torino” e “parco Vulcano”), largo Alberto Favara, a Monte Po; piazza I vicerè, a Canalicchio; e il parco Gemmellaro, in corso Indipendenza.