La musica che accompagna Jimmy Fontana al suo passo d’addio deve essere per forza un blues. Qualcosa di roco. Qualcosa che addenta una fibra sconosciuta del cuore. Qualcosa che fa male con una forza che non ti spieghi.
Sì, certo, non esistono più le bandiere e la palla è rotonda. Lo sappiamo. Bisogna pensare al futuro. Perfino il tifoso non può più permettersi una completa innocenza sentimentale. Marco Amelia irrompe come l’anno nuovo (auguri), con una prepotenza sfolgorante. Jimmy accartoccia le sue cose. Finirà al Parma o alla Roma. Intanto, sfuma nella musica del tramonto. E’ un blues rosanero. Tutto normale, tutto previsto e prevedibile. Allora perché questa appiccicosa persistenza d’autunno? Forse perché, a dispetto di tutte le ragioni e di tutti i calcolatori, ci ostiniamo a ricordare. E ricordiamo che abbiamo visto tantissimi volti andare via, col medesimo sgomento. Alcuni con la maglia del Palermo. Altri con la faccia di un parente, di un amico. Non è importante sapere se muoiono, se spariscono per magia, o se vanno a giocare altrove. E’ che li perdi di vista. Trovano una sistemazione oltre il tuo sguardo. A un certo punto non li vedi più e invece vorresti vederli e toccarli. Perciò soffriamo. Perciò tessiamo labili trame di memoria.
La storia di questo tramonto ha la stessa luce di nostalgia di quelli passati. Jimmy Fontana avrà ancora pochi passi prima di scomparire. Zamparini l’ha congedato con la solita brutalità che un imprenditore (ricco) deve possedere: “Ormai è un ex”. Ci sarà una figurina nuova nell’album e la maggior parte dei tifosi se ne farà una ragione. Applaudirà, quando Amelia parerà un rigore. Noi no.Già, ma chissà quanti siamo poi…
Noi, comunque, continueremo a collezionare vecchie figurine, a scrivere le note del nostro blues. Noi non dimentichiamo che dietro ogni tramonto c’è sempre qualcuno a cui abbiamo voluto bene.
di Pallonarus