"Era un killer di Cosa nostra" | Zarcone accusa un anziano boss - Live Sicilia

“Era un killer di Cosa nostra” | Zarcone accusa un anziano boss

Su Pietro Granà, anziano capomafia di Altavilla Milicia, piovono pesanti le accuse del pentito del clan di Bagheria. Che ricostruisce gli anni in cui i morti si contavano a decine per le strade della provincia palermitana.

PALERMO – “Ha operato nel settore degli omicidi, diciamo era un killer in Cosa Nostra”. Su Pietro Granà, anziano capomafia di Altavilla Milicia, piovono pesanti le accuse del pentito Antonino Zarcone. Accuse che affondano le radici nel passato sanguinario di Cosa nostra.

Quello del 73enne boss, finito in carcere nel giugno 2013 in uno dei blitz con cui i carabinieri hanno azzerato la mafia di Bagheria, è uno dei primi nomi fatti dal collaboratore di giustizia. I pubblici ministeri di Palermo gli hanno mostrato un lungo elenco di persone E su Granà Zarcone è stato categorico: “È personaggio storico in Cosa Nostra dagli anni già della guerra di mafia della provincia di Bagheria. Su Altavilla è stato sempre un personaggio, è stato a disposizione della famiglia di Nicola Greco, Nardo Greco, Nino Eucaliptus e più per le varie famiglie e di vari esponenti di altre frazioni nella provincia sia di Palermo che su Belmonte Mezzagno. Non era un personaggio di spicco di potere economico ma era un personaggio di spicco di malavita. Diciamo fu nelle stragi un personaggio in prima linea”.

Quando Zarcone ha parlato di stragi si riferiva agli anni Ottanta, gli anni della guerra di mafia quando i morti si contavano a decine per le strade della vicina provincia palermitana. Il sangue trasformò il comprensorio bagherese nel triangolo della morte. Non solo Bagheria. Perché quando i pm gli hanno chiesto se sapesse del coinvolgimento di Zarcone in vicende palermitane il pentito ha risposto: “Ma sicuramente… in qualsiasi vicenda era coinvolto perché era molto vicino sia a Provenzano e… di quello che si racconta è stato un po’ una chiave di lettura”.

“Era coinvolto anche in delitti realizzati a Palermo?”, hanno insistito i pm. “Anche in delitti realizzati a Palermo, sì, con gli esponenti di tutte le altre famiglie. Diciamo e stato sempre a disposizione tra… nella frazione di vari componenti di varie famiglie”. Zarcone ha raccontato di averlo saputo dallo stesso Granà: “Perché questa storia ne sono a conoscenza? Perché ci fu un momento che ad Altavilla c’era un vuoto di potere, un vuoto di potere e che questo potere lo doveva prendere mio zio Francesco Ciccio Zarcone. Effettivamente mio zio non era consapevole… non voleva sapere niente di queste faccende e Pietro si lamentava anche, dice: no tuo Zio non potrà mai prendere il controllo sul territorio perché dice nel periodo delle guerre di mafia in prima linea sono stato io, dice quando ci furono… ci sono state le guerre quando ci fu diciamo la guerra di mafia, tuo zio dice non ha mai partecipato, si è chiuso dentro e non e uscito da casa… tipo che lo mettevano come che non ha partecipato e non poteva avere questo diritto di entrare a fare parte della famiglia di Altavilla”. Adesso le dichiarazioni di Zarcone devono essere riscontrate. Non solo sul presunto coinvolgimento di Pietro Granà.


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