PALERMO – Sono ripiombati nell’incubo. Una realtà sotto un cielo di stelle, in cui per stendersi c’è soltanto una piccola panchina. Di notte, sotto quella pensilina, si trova lo spazio per coperte, vecchi cartoni, una brandina. Sono in tre. Padre, madre ed un figlio. I genitori hanno sessant’anni, il ragazzo 35. Dormono alla fermata dell’autobus di via Francesco Crispi ormai da un mese, ma il loro è solo un triste ritorno in quel luogo di dolore e sopravvivenza, a pochi metri dalla sede della Guardia costiera.
Lo stesso nucleo familiare, infatti, si trovava lì fino a due anni fa. Poi si era accesa la speranza, qualcuno gli aveva dato una mano offrendo la propria ospitalità. Un conoscente aveva deciso di aprire le porte della sua casa, ma dopo un anno anche lui ha perso il lavoro e la convivenza è diventata economicamente insostenibile. Una condizione che ha segnato nuovamente il confine tra una vita dignitosa e quella in strada, dove ad assistere la famiglia sono adesso i volontari delle associazioni onlus.
Tra queste, gli Angeli della notte, che si trovano così di fronte all’ennesimo caso disperato nel capoluogo siciliano. Sia i genitori che il figlio non hanno voglia di parlare, si sono chiusi in se stessi dopo aver perso ancora una volta il lavoro saltuario che permetteva loro almeno di fare la spesa. “Sia il padre che il ragazzo si davano da fare per cercare di migliorare la propria condizione – spiega Giuseppe Li Vigni, vice presidente dell’associazione -. Il primo era un muratore, l’altro era un pasticciere. Entrambi hanno perso il lavoro, hanno tentato di trovarne altri, ma mai nulla di certo o di costante”.
Un destino che li accomuna ai due coniugi che per tutta l’estate hanno dormito in macchina, in viale dei Picciotti. Entrambi senza lavoro, hanno perso la casa e sono finiti per strada. La donna era anche stata operata ad un femore. Ma non sono i soli. In una Ford Fiesta blu parcheggiata in via Antonio Ugo, dalle parti della stazione centrale, c’è tutta la vita di un 45enne.
Per lui l’incubo è cominciato all’inizio dell’anno, quando ha dovuto lasciare il suo appartamento dopo aver perso il lavoro. Un microcosmo di disperazione e sfiducia che trova i suoi protagonisti anche nei pressi della chiesa Sacra Famiglia, in via Michele Cipolla. Lì, sotto i portici di un palazzo, vivono almeno cinque romeni ed un palermitano.
Si chiama Tonino. “Di giorno chiede l’elemosina davanti al supermercato – spiega Li Vigni – di notte crea il suo giaciglio vicino alla chiesa e dorme lì. Noi facciamo il possibile per confortare questa gente, dare loro un aiuto concreto, anche psicologico. Ma abbiamo bisogno delle istituzioni – dice – è necessario un progetto concreto che permetta ai senzatetto di avere la possibilità di una vita dignitosa”.