PALERMO – Abbiamo scherzato. Tutto quello che è stato detto, letto, visto in questi giorni, in realtà non esiste. Roba da romanzi orwelliani. La verità è un’altra, sembra dire la politica, provando a trasformare quell’assunto in verità vera. “Il Piano? Non esiste”. Lo hanno ribadito, dopo un mini-vertice nella sede del partito, il segretario regionale del Pd Fausto Raciti, l’assessore alla Salute Baldo Gucciardi e il capogruppo dem Alice Anselmo. “Non esiste”, ribadito in loop finché non si riesca a dimenticare le lettere del Ministero della Salute, quei passaggi in cui precisava: “L’istruttoria è conclusa”. Una conclusione giunta dopo aver riunito una dozzina di tecnici sia di quel ministero che del Mef. Gli stessi che hanno chiesto integrazioni precise alla Regione. E come fai a integrare qualcosa che non c’è?
No, invece no, il Piano non esiste. E a questo punto vai a capire come mai, più di un dirigente generale della Sanità abbia riservatamente inviato lettere di fuoco all’assessore. Pagine e pagine nelle quali veniva “smontato” tecnicamente il progetto di rimodulazione della rete. E a guardarla dall’altra parte, sorge il dubbio su quali fonti, quali dati abbia fatto poggiare le proprie dichiarazioni di giubilo, ad esempio, il manager dell’Asp di Trapani Fabrizio De Nicola: “La nuova rete regionale delle emergenze-urgenze presentata ieri dall’assessore regionale alla Salute – ha detto il direttore generale già una settimana fa – rimette ordine in quella che è l’assistenza sanitaria al paziente. E lo fa – aggiungeva, scendendo nel dettaglio – con una innovativa logica organizzativa, che mette insieme più livelli assistenziali, senza tagli alle spese, ma nell’ottica di un’ottimizzazione delle risorse. La rete ospedaliera siciliana così si adegua alle previsioni del decreto Balduzzi, consentendo alla Sicilia di presentarsi al ministero con la schiena dritta, in maniera da ottenere lo sblocco delle tanto attese assunzioni”. Dichiarazioni miracolosamente specifiche, per una rete che non esiste.
E a dire il vero, lo stesso Gucciardi già all’agenzia Ansa, lo scorso 8 settembre dichiarava: “La nuova rete non nasce dall’esigenza di risparmiare o tagliare risorse finanziarie, ma da quella ben più importante di assicurare a tutti i cittadini, ovunque si trovino, una tempestiva ed efficace assistenza, specie nelle ipotesi di patologie acute gravi, a tutela della loro vita e della loro salute”. E meno male che non esisteva.
Eppure, per cinque ore il gruppo parlamentare del Pd ha chiesto spiegazioni a Gucciardi, in una infuocata riunione all’Ars. Cinque ore. Per parlare di un documento che non esiste. Un record. E ancora, ecco le proteste di medici e sindaci, sindacati e infermieri. Tutti impazziti? Tutti caduti nel tranello di una polemica immotivata? Che poggiava sul nulla?
La verità probabilmente è un’altra. Ed è tutta politica. La “fuga” in avanti di Gucciardi non è piaciuta ad avversari politici e ad alleati. Un documento, come ha spiegato il ministero della Salute, inviato già a giugno. E sostanzialmente approvato i primi di agosto. Ma oggi, il Pd e lo stesso governatore Crocetta provano a simulare una simulazione. A raccontare che tutto ciò non è esistito. E che il Piano sarà il frutto della “concertazione” con territori, sindaci, ordini professionali, sindacati. E nel frattempo, a questo seguirà il “pressing” nei confronti del governo nazionale per sbloccare i concorsi. Perché non farlo prima, evitando questo caos e anche di far lavorare realmente il Ministero su una simulazione?
No, la questione è anche, anzi soprattutto politica. E in parte riflette le divisioni interne nel Pd. Dove i cosiddetti “ex cuperliani” vogliono passare nelle mani dei renziani (tra questi, appunto, Gucciardi) il bollentissimo tubero dei tagli e delle assunzioni ferme. Dal canto loro, i renziani hanno bisogno di “temporeggiare”. Almeno fino al referndum dalla data ancora incerta: il caos del Piano potrebbe finire per condizionare persino quella consultazione.
E così, meglio restare fermi. Anzi, far finta di muoversi. E così prendere tempo: “Coinvolgeremo i territori, i sindaci, gli ordini professionali, la sanità privata, i sindacati” assicura anche il presidente della Regione Crocetta. Tutti, da “coinvolgere” adesso, con gli ospedali semivuoti, concorsi fermi e graduatorie prossime alla scadenza. Il Piano non esiste, ripetono tutti, ma è da rifare.