La ragazza disabile violentata a Troina: arrestato operatore sanitario

La disabile violentata a Troina|Un operatore sanitario confessa

La violenza è avvenuta durante il lockdown, mentre l'Oasi di Troina era dichiarata zona rossa.

ENNA Ha confessato ed è stato arrestato. Nel corso di un lungo interrogatorio un operatore sanitario ha ammesso di avere violentato durante il lockdown e messo incinta una ragazza disabile ricoverata all’Oasi di Troina.

La vittima era fra i pazienti positivi al Covid nei giorni in cui la struttura sanitaria era stata dichiarata zona rossa.

L’operatore sanitario

La Squadra Mobile di Enna ha fermato l’operatore sanitario della struttura, L.A., di 39 anni, accusato di violenza sessuale aggravata dall’aver commesso il fatto ai danni di una donna disabile e nel momento in cui la stessa era a lui affidata. La ragazza, che soffre di una rara malattia genetica, è costretta a vivere sulla sedia a rotelle.

Il fermo dell’indagato

Il fermato viene trasferito in carcere

Il fermo è stato disposto dal procuratore Massimo Palmeri e dai sostituti Stefania Leonte e Orazio Longo. Gli agenti della Mobile, diretta dal vice questore Antonio Ciavola, avevano convocato medici e operatori sanitari. Poi le indagini si concentrate sul trentanovenne.

La denuncia dei familiari

A denunciare i fatti alla Squadra Mobile lo scorso 11 settembre sono stati i genitori della ragazza, tramite un avvocato. Nessuno si era accorto di nulla, fino a quando la pancia, al quinto mese di gravidanza, non è divenuta evidente e gli operatori dell’Oasi hanno avvisato i familiari.

Per mesi hanno ipotizzato che l’aumento di volume della pancia fosse dovuto all’alimentazione mentre i farmaci somministrati a volte erano causa di una irregolarità del ciclo.

I primi accertamenti sanitari, effettuati dai ginecologi dell’ospedale Enna e del Policlinico di Palermo, hanno ristretto la cerchia di sospettati su un gruppo di soggetti presenti nella struttura al momento del presunto periodo di concepimento.

Quinto mese di gravidanza

La donna, nel momento in cui è stato accertato lo stato di gravidanza, aveva superato la 25ma settimana di gestazione e, pertanto, non si è potuto eseguire alcune indagini di tipo sanitario per non mettere a rischio tanto la vita della donna e del bimbo che porta in grembo.

I poliziotti hanno prelevato i campioni di saliva del personale per estrarre il Dna e hanno iniziato le convocazioni alla Mobile. Tra i convocati l’uomo fermato nella notte dipendente della struttura di Troina da due anni.

La confessione

Nel corso dell’interrogatorio si è spesso confuso ed è caduto in contraddizione. Ha riferito che a fine marzo ha chiesto alla direzione sanitaria di poter fare accesso alla struttura per poter dare aiuto ai suoi colleghi in difficoltà e ai pazienti visto che era stata dichiarata la zona rossa.

Notte di terrore

Nei primi giorni di aprile, proprio nel periodo di massima emergenza sanitaria, l’indagato è stato assegnato al reparto dove erano stati trasferiti tutti i soggetti risultati positivi al Covid.

Una notte, approfittando dell’assenza temporanea dell’infermiere professionale, ha abusato della ragazza. L’uomo ha raccontato tutti i particolari.

L’inchiesta va avanti perché “la Procura della Repubblica di Enna continuerà le attività d’indagine per chiarire ogni ulteriore aspetto della vicenda e valutare eventuali responsabilità in ordine ai fatti accaduti”.


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