PALERMO – Viaggi quotidiani con destinazione la provincia di Caltanissetta o di Agrigento. Emanuele Mazzola e il cognato Andrea Licci, erano pronti a vere e proprie trasferte per consegnare a domicilio la droga, soprattutto cocaina, a chi ne faceva richiesta. I due sono tra i dodici arrestati dell’operazione “Blanco” dei carabinieri, il blitz che ha smantellato l’organizzazione che comprava la sostanza stupefacente a Napoli con la regia di Cosa nostra.
Decine le telefonate e gli spostamenti ricostruiti dagli investigatori, che hanno più volte accertato la presenza di entrambi a bordo di auto partite dal capoluogo siciliano dopo aver fissato gli appuntamenti coi clienti nelle altre due province siciliane. In molti casi, alle “tappe” prestabilite, se ne aggiungevano altre per riscuotere dei crediti. Mazzola, legato ad esponenti del mandamento mafioso di Santa Maria di Gesù, si metteva ogni giorno in contatto con Licci per organizzare gli spostamenti, stabilire le quantità di sostanza stupefacente da trasportare e fissare orari.
Ma non mancavano le chiamate ricevute dai clienti, che lo avvisavano – a volte da cabine telefoniche per evitare di essere individuati – di essere in casa e di aspettarlo ad un certo orario, spesso sollecitandone l’arrivo: “Compà sei partito? Minchia all’una compà, non puoi partire prima? Sempre tardi, ogni volta mi dicesti all’una…”.
Ad attendere Mazzola a Ribera erano in due: “Sto salendo vedi, e quello ne sai niente se è a lavorare?”, si informava, per cercare di rintracciare una terza persona che doveva consegnargli dei soldi e ricordando al cliente che aveva un debito in sospeso anche lui: “E tu quando?“, gli aveva chiesto. “Mi fai venire l’ansia ogni volta, tra domani e dopodomani, mi faccio sentire io”. “Attento, con l’ansia si muore”, aveva concluso Mazzola.
Una volta giunti a destinazione, insieme a Lucci, avvisava del loro arrivo.. Lo facevano tramite brevi chiamate con linguaggio criptato o tramite sms: “Sono qui giò, fammelo un regalo eh…”. C’era anche chi protestava perché non riusciva a mettersi in contatto con Mazzola: “Minchia, quante volte ti devo cercare? Quante volte ti devo chiamare? Stasera sali? Mi raggiungi?”. “Stasera salgo – lo rassicurava – verso le otto, otto e mezza”. “Mi servivano le patate…”. “E assai, assai te ne servono?”.
Era questo il linguaggio con cui fornitori e clienti comunicavano ogni giorno. Ortaggi, verdure, frutta: in questo caso, il cliente ne aveva ordinato mezzo chilo. E Mazzola precisava: “Pagamento subito, giusto, compà? Lo sai il prezzo, giusto compà?”. Insomma, soldi in contanti e immediati, alla consegna della droga. “Salili direttamente, patate buone, mi raccomando”.
Il mese di dicembre era stato quello più “florido”. Come svelano le intercettazioni, i viaggi per la consegna della droga erano stati molto più frequenti, fino all’ultimo giorno, a ridosso del capodanno. La notte di San Silvestro era considerata un’occasione per far aumentare gli affari quindi, visto che Mazzola e Licci prevedevano già da tempo un aumento delle richieste. Escalation che in effetti si era verificata. Le consegne però si accavallavano, c’erano clienti in attesa. “Ma che fine hai fatto? Vedi che domani è Capodanno”. Mazzola ribadiva sempre di voler trovare i soldi: “Tutti me li devi dare, altrimenti non ti lascio niente”. “Me ne serve di più, perché c’è pure l’amico mio”, aveva precisato un altro cliente, pronto ad acquistare la droga per l’ultima notte dell’anno da sballo.