“L’ispezione della Guardia di Finanza si è conclusa con un verbale in cui è scritto che non c’è nulla da segnalare se non che le persone a bordo sono ‘provate’“. Lo ha riferito Alessandra Sciurba portavoce di Mediterranea parlando dell’ispezione della Guardia di Finanza a bordo della nave Mare Jonio, che è ferma di fronte le coste di Lampedusa, il cui equipaggio ieri ha soccorso 49 migranti a largo della Libia. Anche il migrante originario del Gambia portato nel poliambulatorio dell’isola, 24 anni, sarebbe in salute. “Non ha particolari problemi – ha detto Pietro Bartolo, direttore del poliambulatorio – è solo molto spaventato. Dalle radiografie che gli ho fatto fare subito sembrerebbe che non abbia patologie”.
Nel frattempo, sono arrivate le accuse della Libia alla Ong. Il portavoce della Marina libica, l’ammiraglio Ayob Amr Ghasem, ha confermato che la nave Mare Jonio del progetto Mediterranea avrebbe agito scorrettamente nel salvataggio dei migranti. Una pattuglia portatasi nell’area dove era stato segnalato il gommone “ha scoperto che una ong non aveva preso contatto” con la Guardia costiera libica, ha detto il portavoce in dichiarazioni all’Ansa. “Hanno preso contatto dopo” l’intervento “e hanno sostenuto che i migranti erano in una condizione che necessitava un salvataggio” ma “ciò è scorretto”, ha sostenuto Ghasem. Ghasem ha poi aggiunto che “l’imbarcazione era senza motore” ma “intatta”. La Mare Jonio “è arrivata all’imbarcazione prima di noi”, ha detto ancora il portavoce della Marina che controlla anche la Guardia costiera libica. “Abbiamo preferito non intervenire in quanto avevano già avviato l’operazione di salvataggio” e si temeva per l’incolumità dei migranti, ha aggiunto Ghasem.
Questo ha fatto scattare la reazione di Salvini: “Se un cittadino forza un posto di blocco stradale di Polizia o Carabinieri, viene arrestato. Conto che questo accada – ha detto il ministro dell’Interno -. Nessun pericolo di affondamento né rischio di vita per persone a bordo, nessun mare in tempesta”, e aggiunge: “Ignorate le indicazioni della Guardia Costiera libica che stava per intervenire, scelta di navigare verso l’Italia e non Libia o Tunisia, mettendo a rischio la vita di chi c’è a bordo, ma soprattutto disobbedienza alla richiesta di non entrare nelle acque italiane”.
Il comportamento tenuto dai responsabili della nave Mare Jonio “dimostra il chiaro intento di voler portare in Italia immigrati clandestini. Nelle ultime ore, a conferma che la presenza di navi Ong è un incentivo alle partenze, si sarebbe verificato un naufragio davanti alla costa di Sabrata”, aggiunge il Viminale illustrando gli elementi emersi nella riunione del Tavolo di forze di polizia ed esperti convocato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini per valutare la situazione sbarchi. La Mare Jonio, sostiene il Viminale, riportando le considerazioni del Tavolo, “ha disobbedito per ben due volte all’ordine della Guardia di Finanza di spegnere i motori. È come un’auto che non rispetta l’alt di un posto di blocco. Il mare non era mosso né c’era pericolo di affondamento. La Mare Jonio era più vicina a Libia e Tunisia ma ha fatto rotta verso l’Italia, sottoponendo gli immigrati a un viaggio più lungo. La nave non ha avvisato Malta. Ha disobbedito alle indicazioni della guardia costiera libica”.
“Noi siamo per chi salva le persone non per chi le fa morire in mare. Per noi la direttiva del ministro Salvini non ha molto valore. Per noi esistono i diritti delle persone, il Diritto internazionale, i diritti umani, le convenzioni internazionali. Ci vuole rispetto per la vita umana. Mentre discutono le persone muoiono. Attendiamo con fiducia di poter entrare in porto”, ha commentato Alessandra Sciurba portavoce di Mediterranea.