Il miglior calciatore italiano del momento si chiama Fabrizio Miccoli e gioca nel Palermo. Nemmeno la neve di San Siro – lasciamo stare per decenza il tardivo Lucio e l’inguardabile Ranocchia – hanno fermato la luce della sua magia. Fosforo puro, calore travolgente. E il ghiaccio che aveva stretto il campo nella morsa, rendendolo simile a una gigantesca pista di pattinaggio con due porte da calcio capitate lì per caso, si è sciolto al cospetto di tanto sole. Non è una foca da esibizione, Miccolinho, non è un Bufalo Bill da circo, buono per finte lotte con indiani e bisonti, non è il respiro di un quarto d’ora. E’ un sopraffino campione che nel pieno della maturità sta raccogliendo i frutti più belli di una carriera alata ma forse un po’ discontinua. Nessuno è come lui. Se Prandelli pensa di convocare Totti in Nazionale dovrebbe prenotare un calesse per acchiappare il fantasista rosanero.
La dolcezza del piede di Fabrizio è pari alla sua intelligenza tattica. Miccoli è il Palermo, tutto intero. E’ il manovale che stucca il muro, è l’artista che cesella il disegno sul mattone, è l’architetto che rimira la perfezione dell’opera compiuta. Bortolo Mutti, probabilmente, contava sul Colonnello Congelatore e sulla difesa per frustrare la voglia di rivalsa dell’Inter, ancora malinconica per la sconfitta di Lecce. Ranieri l’ha turlupinato con uno scherzetto elementare. L’olandese che nel vivo del prato nulla produceva è stato spostato a sinistra. Da lì Sneijder si è reso pericolosissimo. Milito è la mangusta di sempre. Quattro occasioni, quattro gol (uno in netto fuorigioco). La retroguardia in rosa si è eclissata come un pupazzo di neve a marzo e pareva prossimo il fallimento del piano di Bortolo, tradito dai fanti a guardia di Viviano.
Poi ha fatto tutto lui, Fabrizio il capitano. Tre perle per edificare un ottimo pareggio retto anche sul gollonzo di Mantovani. Un sinistro appoggiato con soffice perfidia. Un diagonale chirurgico. E il prodigio di un colpo di testa in tuffo, per dimostrare che al talento non c’è mai fine. E la neve di San Siro è rimasta, incantata, a guardare.
TABELLINO E PAGELLE ANSA
INTER (4-3-1-2): Julio Cesar 5, Maicon 6, Lucio 6, Ranocchia 6, Nagatomo 6.5, Zanetti 6, Cambiasso 6, Poli 5 (19′ st Palombo 6), Sneijder 6 (22′ st Obi 6), Pazzini 6, Milito 8 (42′ st Zarate sv). (12 Castellazzi, 2 Cordoba, 26 Chivu, 30 Castaignos). All.: Ranieri 6.
PALERMO (4-3-1-2): Viviano 5.5, Munoz 5 (18′ st Pisano 5.5), Silvestre 6, Mantovani 6, Balzaretti 6.5, Bertolo 6.5, Donati 5.5, E. Barreto 5.5, Zahavi 5 (18′ st Ilicic 6.5), Miccoli 7.5, Budan 5 (31′ st Vasquez 5.5). (33 Tzorvas, 13 Aguirregaray, 20 Acquah, 24 Mehmet). All.: Mutti 6. Arbitro: Guida di Torre Annunziata 6. Reti: nel pt 17′ Mantovani, 22′ Milito; nel st 7′ Miccoli, 10′ Milito (R), 16′ Milito, 21′ Miccoli, 24′ Milito, 40′ Miccoli. Recupero: 1′ e 3′. Angoli: 6 a 4 per il Palermo. Ammoniti: Munoz, Obi e Ranocchia per gioco falloso. Spettatori: 18.320 per un incasso di 1.250.878 euro. ** I GOL ** – 17′ pt: Cross di Miccoli per Mantovani che da pochi passi batte l’incolpevole Julio Cesar con la difesa dell’Inter praticamente immobile. – 22′ pt: Cross di Maicon respinto da Silvestre, appostato Milito che batte a rete di destro. – 7′ st: Miccoli di testa sfugge a Ranocchia e insacca su cross di Budan. – 10′ st: Fallo di Munoz su Nagatomo. Calcio di rigore trasformato da Diego Milito. – 16′ st: Ancora Milito a realizzare. Lancio di Lucio per Pazzini il quale appoggia per Cambiasso. La palla arriva a Milito che va a rete di destro. – 21′ st: Cross di Balzaretti, di testa Miccoli non sbaglia, complice un distratto Nagatomo. – 24′ st: Poker di Milito che realizza la sua quarta rete. Lancio di Palombo, alla sua prima partita in nerazzurro, tocca Pazzini, Milito di sinistro supera Viviano. Grande eleganza per una rete sul filo del fuorigioco. – 40′ st: Miccoli realizza la rete del 4-4. Pescato da Ilicic il palermitano batte Julio Cesar con un tiro angolato di sinistro.