“ Non faremo morire questa speranza che si è accesa nei siciliani. Per questo siamo qui”. Mariano Ferro e Franco Calderone, del movimento dei Forconi, hanno chiesto oggi in una seduta speciale del consiglio comunale di Palermo di condividere e approvare il documento che esprime in 19 punti le loro richieste. Se la politica non dovesse dare delle risposte sono pronti a tornare in piazza a Palermo.
Il tavolo che si è insediato a Roma si sta muovendo. “Ma a quanto ci risulta – ha precisato Ferro – l’andamento delle cose non sta cambiando. Si sta lavorando su alcuni punti per cercare di correggere e tamponare alcune falle. Ma la nave sta affondando lo stesso”. Ha espresso “solidarietà umana” il commissario del comune di Palermo, Luisa Latella, che si è impegnata a trasmettere al governo nazionale il documento che verrà approvato in consiglio comunale. Con toni forti i due leader dei Forconi hanno auspicato soluzioni immediate: “il rischio è che la situazione della Grecia si sposti in Sicilia”. Hanno parlato di legge elettorale, di Ici, del caro carburante e hanno chiesto ai consiglieri di portare le loro istanze all’interno delle loro segreterie. “Non parliamo più di tavoli tecnici. Vogliamo risposte immediate. Il nostro movimento è nato per legittima difesa da questo potere politico che non è riuscito a comprendere le problematiche delle persone che non possono più fare la spesa”, ha concluso Calderone.
Nel frattempo monta la polemica fuori dal Palazzo delle Aquile. “Oggi si è consumata una pagina mafiosa del consiglio comunale di Palermo. Non è possibile che il presidente convochi un consiglio comunale aperto e faccia salire solo Ferro e Calderone”, ha detto Martino Morsello, altro personaggio di spicco dei Forconi, in rotta con gli altri. Alberto Campagna, presidente del consiglio comunale, ha precisato che si trattava solo di una questione di ordine. E ha annunciato che querelerà Morsello.