La notte fredda, gli eroi del Barbera | Così muore il calcio a Palermo - Live Sicilia

La notte fredda, gli eroi del Barbera | Così muore il calcio a Palermo

Viale del Fante vuoto a mezz'ora dall'inizio di Palermo-Foggia

Lo stadio vuoto. Il freddo e pochi coraggiosi sugli spalti. Cronaca di una notte triste. FOTO

PALERMO – Le strade deserte intorno allo stadio, a mezz’ora dall’inizio di Palermo-Foggia, somigliano a un sogno ucciso dall’indifferenza, a una felicità che non tornerà mai più e adesso mostra solo ciò che è stata.

E va bene che è un lunedì sera da tregenda, gelido e indisponente, con un clima da favola gotica, tanto che, aguzzando l’udito, senti anche i lupi ululare in lontananza. Ma il meteo più devastato, il vero freddo, risiede nel cuore del tifoso rosanero che ha messo da parte il pallone e ormai affronta la vita come se fosse un eterno lunedì.

E fa ancora più male passare dal panificio del grande Tanino Vasari, bandiera dei picciotti che risollevarono l’amore di un popolo. Perché mentre lo guardi Tanino, che sta alla cassa con umiltà e impegno come quando volava sulla fascia, un morso ti prende a tradimento. Cosa daremmo per una goccia di quella passione?

Ma qui c’è solo il vento che ghiaccia le parti scoperte del viso. E ci sono passanti frettolosi che escono dal supermercato. Altri che scendono il cane.

E c’è la sciarpetta a cinque euro. E, accanto, la maglia di Pastore, della Roma, in vendita, brandello di un destino cinico e baro, di una magia trapassata, che non ha risparmiato nemmeno lui. E c’è il ‘carciofo’, cioè il monumento alla fertilità di piazza De Gasperi, battuto dalla solitudine.

E ci sono gli ‘eroi del Barbera’ che hanno scelto di esserci egualmente, a dispetto dei lupi e dei foschi presagi. Valorosi da abbracciare. Militi di una fiaba sfiorita. Sono davvero intrepidi, come Rhett Buttler che pianta Miss Rossella, in un punto indimenticabile di ‘Via col vento’, perché vuole andare a combattere una guerra già perduta.

Un gruppo di ragazzi, per esempio, che si concede alla foto propiziatoria di rito. “Saliamo in serie A? Certo, come no? Noi crediamo molto in questa nuova dirigenza”. La cronaca va, al momento, contromano.

Buio ovunque. Cartacce sollevate dalla tramontana. Un’atmosfera talmente spettrale che sarebbe il set ideale per Dario Argento. Il Palermo calcio è un’evanescenza scolorita laggiù, sul campo impallidito. Le raffiche portano cori antichi: “Fabriziomiccolilallallà”. “Noivogliamoquestavittoria”. Sul prato si scalda il Foggia sostenuto dai suoi indomabili aficionados. Pugnalata d’amarcord: un gol di Nuccio Barone, a Taglialatela battuto. Un pareggio a Trapani. Un viaggio in macchina con il nodo alla gola per la serie B svanita. Erano i tempi di Rumignani e di Caramanno che, però, allenava gli avversari, con estremo rimpianto.

Una sbirciatina alle formazioni e all’arbitro. Il quarto uomo si chiama Francesco Guccini: “Le luci dentro al buio sono andate via e l’allegria comprata è già sparita, il giorno dopo è sempre la malinconia che spezza la magia di un’altra vita” (canzone della triste rinuncia). Cronisti con i capelli bianchi intrecciano le rispettive nostalgie. Avevano le chiome nere quando Cavani segnò al volo un gol che provocò l’ovazione e il battimani. L’altoparlante scatta con ‘We will rock you’. Ma quando lo speaker declama i nomi della formazione in rosa, non si leva un olè. La Nord  non si arrende: “Vogliamo rispetto”.

Gli eroi del ‘Barbera’, sugli spalti, aspettano rassegnati. Hanno già capito dai tocchi iniziali che non si canta Messa. Siamo poco più di quattromila. La squadra è volenterosa, ma limitata. E si comprende che non vinceremo mai, nemmeno giocando per sei giorni. L’unico che sembra raccapezzarsi in campo è Jajalo. Gli altri vagano.

Primo tempo agli sgoccioli. Che fare? I lupi gridano. L’umidità raggela le ossa. Che fare, dunque: abbandonare per impraticabilità e rientrare a bere un tè caldo? No, si rimane qui, idealmente abbracciati. E’ dai fotogrammi di ‘Fuga per la vittoria’ che la sorpresa bella arriva nel finale. E chi se la perde? Le leggende rimbalzano. Ricordi il gol di Santino Nuccio contro la Juve Stabia? E ricordi quando Gianluca Berti si improvvisò attaccante e tutti pensavano: è matto, ma da una sua azione nacque un pari miracoloso col Cesena?

Ricordi e nulla più. Il Palermo non passa. Il Palermo non segna. Il Palermo, con tutto l’ardore del mondo, non ce la fa. Non c’è la rovesciata che mozza il respiro e permette di tornare a casa con gli occhi scintillanti, anzi, è il prode Brignoli a evitare la sconfitta. Zero a zero. La via al contrario. Piove. Ciao Tanino, non dimenticheremo mai quando dopo un gol hai alzato la mano al cielo per salutare tuo papà che ti guardava da una tribuna infinita. Ciao Cavani, ciao Pastore, volate ancora un po’ per noi.

Intanto, il calcio sta morendo a Palermo. Muore perché la gente non ci crede più. Perché non ha più la stoffa incantata per avvolgere i sogni. La gente, gli eroi del ‘Barbera’, che sciama con la faccia del lunedì, perché ha fretta di andarsene. Domani si lavora. Domani non è un altro giorno.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI