La nuova mafia guardava al passato | Pioggia di condanne per 'i vattiati' - Live Sicilia

La nuova mafia guardava al passato | Pioggia di condanne per ‘i vattiati’

Per 16 presunti boss e gregari sentenze che vanno dai 4 ai 20 anni. Imponevano il pizzo nel Palermitano.

TERMINI IMERESE
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TERMINI IMERESE – Nel 2016 i carabinieri della compagnia di Termini Imerese scoprirono che in provincia di Palermo la rifondazione di Cosa Nostra era ripartita dagli anziani. Li chiamavano “i vattiati”, battezzati, per via della loro carriera criminale. Oggi il Tribunale di Termini Imerese ha condannato quasi tutti gli imputati.

Da San Mauro Castelverde a Trabia, passando per decine di centri, la nuova mafia guardava agli uomini e alle regole del passato. I capi mandamento sarebbero divenuti Diego Rinella e Francesco Bonomo. Il primo è fratello di Salvatore Rinella, storico capomafia di Trabia, e il secondo è genero di Peppino Farinella, capomafia di San Mauro. Sono stati giudicati in un altro processo.

Dalle indagini della Procura di Palermo era emersa un’attività frenetica di controllo del territorio attraverso l’imposizione del pizzo e una miriade di contatti con alcuni boss di Palermo. Oltre a Trabia e San Mauro Castelverde sotto processo c’erano presunti boss e gregari di Termini Imerese, Caccamo, Cerda, Caltavuturto, Montemaggiore Belsito, Sciara e Valledolmo.

Ecco le condanne: Peppino Barreca di Gangi 20 anni, Riccardo Giuffrè di Caltavuturo, 12 anni; Giacomo Di Dio di Capizzi, 6 anni; Salvatore La Barbera di Trabia, 6 anni; Francesco Lo Medico di Bagheria, 4 anni; Sebastiano Sudano e Francesco Saitta di Ramacca a 7 anni; Rosario Lanza di Cerda, 13 anni; Gianluca Cancilla di Trabia, 13 anni; Nicasio Salerno di Caccamo, 20 anni; Luigi Giovanni Barone di Caccamo, 13 anni, Mercurio Bisesi di Termini Imerese, 13 anni, Loreto Di Chiara di Caccamo, 20 anni; Nicola Teresi di Sciara, 13 anni; Antonio Marino di Trabia, 6 anni.

Un’assoluzione per Antonio Giuseppe Termini di Polizzi Generosa “per non aver commesso il fatto”. Assolti pure Giuseppe Albanese, Ignazio Arena, Gioacchino Martorana e Benedetto Mazzeo difesi dagli avvocati Giuseppe Minà, Anthony De Lisi e Salvatore Sansone.

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