PALERMO – La prescrizione spazza via la condanna, ma l’imputato dovrà risarcire i danni con una provvisionale da 160 mila euro in favore di una banca. Sono passati dieci anni dalla truffa contestata a Vincenzo Pirri, ex direttore dell’agenzia della Banca Popolare di Lodi di viale Strasburgo. Si è sforato il tetto massimo per giungere ad una sentenza definitiva. In appello è così venuta meno la condanna a sei mesi inflitta all’imputato in primo grado.
Secondo l’accusa, Pirri avrebbe partecipato al raggiro che costò 215 mila euro alle casse di una società finanziaria. Ad incassare il denaro sarebbe stato Paolo Ruggirello, un altro indagato che aveva scelto la strada del patteggiamento. Ruggirello era collaboratore di una società di intermediazione fra la banca erogatrice dei prestiti – la “Mps capital service” – e i commercianti che ne facevano richiesta per ristrutturare le proprie attività. Ruggirello ne avrebbe istruito una che nelle motivazione della condanna veniva bollata come “falsa”.
Al centro del processo c’era la richiesta di finanziamento di un farmacista di Pantelleria che nel 2007 ricevette una lettera con cui Mps annunciava di avere approvato la pratica. Peccato che il medico non ne sapesse nulla. Eppure i soldi, aggiungeva Mps, sarebbero stati erogati sul suo conto corrente aperto alla Bipielle di Viale Strasburgo. Il conto era stato aperto davvero all’insaputa del farmacista, delle finanziarie e della banca. La documentazione sembrava impeccabile: carta d’identità, visure camerali, bilanci ed elenco dei beni del farmacista. L’apertura del conto corrente era necessaria per condurre a buon fine la truffa. Una volta accreditati i 215 mila euro, gli stessi, nel giro di pochi giorni, e con diversi versamenti, sarebbero stati dirottati su altri conti, compreso quello personale di Ruggirello. Il saldo finale risultò appena 702 euro.
I servigi di Pirri sarebbero stati ricompensati con quindici mila euro, come risulterebbe da un assegno circolare emesso in suo favore lo stesso giorno dell’accreditamento della somma. Quando i finanzieri perquisirono la casa di Pirri trovarono i documenti bancari dentro una borsa in camera da letto. Pirri ha negato tutto.
In primo grado non era stata riconosciuta la provvisionale alla Mps, parte civile con l’assistenza dell’avvocato Alessandro Martorana, la cui richiesta è stata accolta in appello. Pirri dovrà sborsare poco più di 160 mila euro.