Si sposta sulla gestione dell’emergenza l’indagine della Procura di Palermo sul rogo che da otto giorni brucia la discarica di Bellolampo. I pm, che hanno aperto un’inchiesta per incendio a carico di ignoti, vogliono accertare chi, tra l’Arpa e l’Asp, avrebbe dovuto monitorare la qualità dell’aria nelle zone vicine al sito subito dopo che le fiamme sono divampate, e tenere sotto controllo la situazione.
Solo l’Agenzia regionale per l’Ambiente ha provveduto ad accertare se nell’aria si fosse sprigionata diossina – dato escluso dai tecnici che hanno invece trovato sostanze tossiche come policarbonati aromatici -, mentre l’Asp, che ha la competenza sulla gestione sanitaria dell’emergenza, non sarebbe intervenuta.
Il procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e il pm Geri Ferrara, che coordinano l’inchiesta, stanno scrivendo una relazione che domani integrerà l’intervento che il Governo farà alla Camera sull’incendio di Bellolampo.
Intanto procede a rilento la raccolta dei rifiuti in città: solo ieri i vigili hanno contato 75 roghi appiccati dai cittadini alla spazzatura accatastata accanto ai cassonetti in diverse zone del centro e della periferia. Al momento i vigili del fuoco e gli operai dell’Amia, la società che gestisce la discarica, stanno continuando a lavorare sulla quarta vasca, una di quelle da cui è divampato il rogo, che presenta ancora focolai attivi.
Dai sopralluoghi, infine, oltre all’assenza dell’impianto antincendio e alla presenza di sterpaglie accanto al sito, che avrebbero alimentato le fiamme, gli inquirenti hanno accertato che i teloni che coprono i cumuli di immondizia sono fermati con grossi pneumatici, quindi con materiale altamente infiammabile.