La Procura di Palermo “smentisce che ci sia un recente verbale reso dal pentito Giovanni Brusca nel quale si riferisce di nuovi incontri di mafiosi ad Arcore dopo le stragi del ’92”. La notizia è stata pubblicata dal settimanale L’Espresso che sarà in edicola domani. “E’ smentito anche – fanno sapere in Procura – che il collaboratore di giustizia abbia recentemente rivelato ai pm di Palermo di avere ricevuto dal boss Totò Riina il mandato di andare a parlare con Berlusconi dopo le bombe del ’92”. Gli inquirenti precisano che in passato, al processo di primo grado al senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, il pentito Brusca dichiarò di avere letto sul giornale che il boss Vittorio Mangano aveva lavorato ad Arcore e di avere deciso, insieme a Bagarella, di chiamarlo per accertarsi che fosse vero e chiedergli se avesse potuto riallacciare i rapporti con Berlusconi. Il collaboratore raccontò, sempre in aula al dibattimento Dell’Utri, di avere chiesto inoltre allo stalliere di Arcore, qualora avesse potuto ricontattare Berlusconi, di riferirgli che “nel periodo in cui abbiamo fatto la strage di Capaci, quella del dottore Borsellino e quelle del ’93 la sinistra sapeva”. Brusca sempre nel corso del processo precisò, inoltre, di non sapere se Mangano fosse riuscito a portare a compimento l’ambasciata perché poi venne arrestato.
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo