La protesta dell'Almeyda| "Nostro futuro a rischio" - Live Sicilia

La protesta dell’Almeyda| “Nostro futuro a rischio”

Lo striscione degli studenti dell'Almeyda

Il Liceo artistico è uno degli ultimi istituti che prosegue nella sua occupazione. Dopo l'accorpamento con il tecnico Crispi gli studenti lamentano il passaggio nella struttura di via Campolo "Così perderemo spazi fondamentali per il nostro apprendimento".

CRONACHE DALLE OCCUPAZIONI
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PALERMO – “Toc Toc! Occupato” Con questo striscione gli studenti del Liceo artistico ‘Damiano Almeyda’ di via Vivaldi ci accolgono all’interno della propria struttura che, dato il recente ritorno alla normale attività nella maggior parte degli istituti superiori della città, risulta uno degli ultimi a mantenere l’occupazione partita a metà novembre. All’Almeyda vanno aggiunti, infatti, il Regina Margherita, il Cannizzaro, il Basile di Monreale e il Libero Grassi.

Tra i licei che nel weekend sono stati costretti, per cause di forza maggiore, ad abbandonare le manifestazioni c’è il Vittorio Emanuele III. Nel tecnico-commerciale di via della Verdura, infatti, sabato scorso sono cadute delle lastre di marmo dai cornicioni che hanno costretto i vigili del fuoco a dichiarare inagibili i locali fino a martedì, giorno in cui verrà effettuato un nuovo sopralluogo.

Situazione diversa quella dell’artistico Almeyda che, già in estate, avrebbe dovuto trasferire i suoi studenti nella sede di via Crispi liberando quelli di via Vivaldi. “Qui all’Almeyda siamo in occupazione da ormai circa due settimane – dice il rappresentante d’Istituto Antonio Carlino – e cerchiamo di raggiungere un accordo con dirigenza, docenti e genitori per far comprendere quale sia il nostro attuale disagio”. I ragazzi del Liceo nel quartiere Malaspina, circa seicento in tutto, lamentano la mancata chiarezza far i diversi plessi scolastici: “Le circolari fra il Crispi e l’Almeyda tardano ad arrivare o addirittura si perdono – ammette l’altra rappresentante Simona Massari – e inoltre il nostro appello di non trasferire tutte le classi al Crispi è rimasto inascoltato”.

Ad assumere un peso notevole nella battaglia degli studenti c’è infatti la paura di non riuscire a completare un percorso di studi “utile a trovare in futuro un posto di lavoro”. “Fra vecchio e nuovo ordinamento – prosegue Carlino – c’è una differenza sostanziale in termini di ore di laboratorio. Si passa dalle quasi ventiquattro ore settimanali del vecchio ordinamento alle quattro che svolgono quelli del nuovo. L’artistico quindi sembra aver perso la propria identità”.

Come se non bastasse anche i nuovi locali del Crispi, deputati ad ospitare l’imminente trasloco studentesco, non convincono i ragazzi dell’Almeyda: “La proposta che abbiamo portato in consiglio d’Istituto – concludono i rappresentanti – di suddividere le prime e le seconde classi, da terze e quarte, era corretta ma, con il trasloco collettivo, chi era abituato a tante ore ed ampi spazi, per laboratori come modellato e discipline plastiche, sarà costretto ad uscire da questo liceo senza le basi per un’accademia dovendo ripartire da zero”.


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