La rabbia dei lavoratori Qè: “Siamo | stati truffati ma nessuno paga” - Live Sicilia

La rabbia dei lavoratori Qè: “Siamo | stati truffati ma nessuno paga”

Persi 600 posti di lavoro: da lunedì scatta (forse) la mobilità. Ed ora, si spera nel Ministero.

L'incontro di oggi in Prefettura
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CATANIA. A qualcuno degli, ormai, ex dipendenti del call center Qè questa mattina è scappata pure qualche lacrima. Occhi lucidi e volti inumiditi da gocce di rabbia. Persone che non hanno piegato la propria dignità e che reclamano solo quello che è un proprio diritto dopo avere perduto una delle cose più preziose: il lavoro. Non sono storie di numeri. Bensì di famiglie che, all’improvviso, si sono ritrovate con l’incubo di far fronte ad una quotidianità affrontata con uno stipendio onesto e giusto racimolato alla fine del mese. Storie di una impresa che fatturava (fatturava, e come) e che incamerava commesse ma che, contemporaneamente, evitava di pagare le tasse finendo con l’accumulare un passivo di oltre 5 milioni di euro. Tutto in barba ai lavoratori. Questa mattina, in Prefettura a Catania uno dei passaggi che finiranno col divenire, inevitabilmente, determinanti in una vertenza che ha spedito a casa – di colpo – 600 persone e che vede tutti in arretrato cinque mensilità. Senza contare il Tfr.
 Quando mancavano cinque minuti a mezzogiorno, all’ingresso di via Prefettura spunta colui il quale ha avuto il compito di posizionare la pietra tombale sulle speranze di lavoratori: l’amministratore unico della società, Mauro De Angelis, viene accolto dagli ex dipendenti al grido di “Ladro e buffone”. L’incontro col Prefetto, Maria Guia Federico, si protrae per due ore abbondanti. Centoventi minuti nel corso dei quali non è mancato lo scontro verbale con una rappresentanza dei lavoratori e dei sindacati (Cgil e Cisl). Una tensione che dalle stanze della prefettura diventa palpabile anche all’esterno.

“De Angelis sentiva bene la rabbia che veniva dalla strada – racconta una delle dipendenti da sempre in prima linea, Valentina Borzì -: siamo stati truffati. E’ questo che si deve sapere. Le leggi italiane così non aiutano i lavoratori: così ci saranno migliaia, milioni di disoccupati. Che schifo”.
“Un incontro deludente con davanti un’azienda inaffidabile che rasenta la sfera della delinquenza – Davide Foti, segretario provinciale Slc Cgil -. Un’azienda che non ha soldi, che ha coperto i debiti con alcuni fidi e che continua ad aprire procedure di licenziamento dichiarando la cessione di attività e non il fallimento. Ed anche questa è una vergogna. Lunedì accetteremo negativamente la procedura di licenziamento collettivo e svincoleremo tutti i lavoratori da Qè, dando così la possibilità di poter essere messi in mobilità. Noi continueremo nella nostra azione legale: abbiamo più di 250 decreti ingiuntivi in atto”.

Ancora Foti: “Ora è di fondamentale importanza l’incontro al Ministero dello Sviluppo economico perché le commesse sono attualmente depauperate in tutto il territorio italiano e dobbiamo far tornare al lavoro questi ragazzi. Ragazzi che non possono più pagare il mutuo, che sono entrati nella black list dei pagatori, che vanno a mangiare alla Caritas”.


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