PALERMO – Il no alle proroghe ai precari è dovuto alle “mancanze” della Regione siciliana in questi ultimi anni. È quanto trapela dal parere fornito dalla Regioneria di Stato sull’emendamento che avrebbe dovuto consentire ai lavoratori a tempo determinato degli enti locali di proseguire il proprio rapporto di lavoro. In poche parole, l’emendamento approvato alla Camera, quello assai più restrittivo sul tema stabilizzazioni per la Sicilia, e adesso approdato al Senato, recepisce proprio le indicazioni della Regionieria dello Stato. E rende assai più ardua la strada verso le assunzioni.
La norma, infatti, spiega la Ragioneria, “espressamente prevedeva che le risorse per finanziare le proroghe dei rapporti di lavoro a tempo determinato ivi previste fossero reperite attraverso ‘apposite misure di riduzione e razionalizzazione della spesa certificate dagli organi di controllo interno’”.
Insomma, la Regione avrebbe dovuto dimostrare di aver tagliato gli sprechi prima di chiedere la proroga per i lavoratori. “Non risulta – si legge sempre nel parere – che tali misure siano state adottate, né in relazione tecnica si fa cenno alle stesse. In assenza di tali risparmi di spesa, un’ulteriore proroga generalizzata a tempo determinato appare difficilmente sostenibile in termini finanziari”.
Ma non solo. Le responsbalità non riguardano, ovviamente, solo l’attuale governo. Da Roma, infatti, la “bacchettata” arriva a tutto il sistema politico siciliano di questi ultimi anni. Un sistema che avrebbe mantenuto intatto il numero dei lavoratori “in bilico”. “Il bacino dei destinatari della noma ammonta, – si legge sempre nel parere della Ragioneria – per la sola regione Sicilia, a circa 18.000 unità. Tale bacino non si è significativamente ridotto nell’ultimo triennio”.
Poi, ecco il passaggio che era già circolato nelle scorse ore: le spese per i precari non possono essere conteggiate al di fuori dei vincoli del Patto di stabilità. “La norma determina – scrive sempre nel suo parere la Ragioneria – effetti di aumento della spesa complessiva di personale degli enti locali. Attualmente, in linea con le indicazioni della Corte dei Conti della Sicilia, le spese del personale di cui trattasi sono considerate d’interno della spesa complessiva soggetta a vincoli di contenimento: la sterilizzazione della spesa per le proroghe dei contratti avrebbe un effetto espansivo della spesa complessiva di personale, con effetti fortemente negativi per gli equilibri di bilancio degli enti”.
Ma non solo. Le proroghe, secondo la Ragioneria, non farebbero che alimentare aspettative di assunzione, di fatto, irrealizzabili in Sicilia “Un ulteriore regime generalizzato di proroga pone, inoltre,- si legge sempre nel parere – le basi per una futura inevitabile stabilizzazione, per la quale non sembrano sussistere adeguate risorse. Si ricorda che in più occasioni la regione Sicilia, destìnataria principale della disposizione in esame, ha esplicitato la propria situazione di forte sofferenza finanziaria, rivolgendo richieste di finanziamenti ulteriori allo Stato”.