PALERMO – Sul disegno di legge relativo al taglio del numero di consiglieri e assessori comunali, l’Ars procede a passi piccoli, ma decisi. Una lunga seduta quella di oggi pomeriggio a Sala d’Ercole, in cui l’articolo approvato alla fine è stato soltanto il primo degli otto che compongono la riforma. Ma è quello che più di ogni altro la caratterizza. Il numero dei componenti dei consigli comunali sarà ridotto del 20 per cento per tutti i comuni, senza alcuna eccezione. Decisiv l’approvazione con voto segreto dell’emendamento firmato da Nello Musumeci, Santi Formica e Giovanni Ioppolo. Il disegno di legge venuto fuori dalla commissione Affari istituzionali differenziava, invece, la situazione per i capoluoghi e per i sei comuni con più di 50mila abitanti, per i quali prevedeva un taglio del 10 per cento.
Approvati anche i tagli alle giunte. E anche in questo caso non sono mancate le sorprese. Nei comuni con popolazione tra i cinquemila e i diecimila abitanti, il numero di assessori è stato fissato a quattro. Sotto i cinquemila abitanti, invece, i componenti della squadra di governo tre. Scompare, dunque, la previsione iniziale che tagliava a due il numero degli assessori per i comuni sotto i tremila abitanti. Una proposta, questa, venuta dalla stessa commissione presieduta da Antonello Cracolici. I tagli entreranno in vigore a partire dal primo rinnovo elettorale. La discussione dei restanti sette articoli è stata rinviata a domani pomeriggio.
“La rappresentanza consiliare ha lo stesso valore, a prescindere dalla popolazione che rappresenta – ha detto Musumeci, esprimendo soddisfazione per l’approvazione della norma – è una questione di dignità democratica, non possono esservi differenze tra comuni grandi e piccoli, in questo senso ci sembra corretto il contenuto dell’emendamento, sul quale c’è stata ampia convergenza, anche nella maggioranza”.