“Giulio Regeni era uno di noi… io sono un accademico, lavoro nell’interesse pubblico, il denaro del mio Istituto non può essere usato per scopi diversi”: sono le parole del dottorando italiano ucciso in Egitto nel 2016, ricordato e citato dalla senatrice a vita Elena Cattaneo, ospite d’onore al Teatro Antico di Taormina per l’annuale cerimonia di consegna dei diplomi di laurea dell’Università di Messina, un’illustre personalità voluta dal rettore Salvatore Cuzzocrea. “La libertà è una parola d’oro, il contrario di fare ciò che si vuole; noi studiosi dobbiamo spiegare, giustificare, dimostrare che quanto analizziamo e scopriamo risulti utile per migliorare lo stato della conoscenze, la comunità ci consegna questo compito fatto di responsabilità, giustizia, onestà intellettuale”.
Il messaggio della Cattaneo, farmacologa e biologa tra le più apprezzate a livello internazionale per i suoi studi sulle cellule staminali e sulla malattia di Huntington, la quale ha tenuto una straordinaria “lectio magistralis” dedicata agli oltre 700 laureati che hanno riempito la suggestiva cornice del teatro taorminese, ogni anno pronto ad accogliere 3500 persone tra docenti, studenti e famiglie per un prezioso momento di condivisione di un importante traguardo con il lancio finale del tocco di laurea in american style. Standing ovation per la scienziata che ha entusiasmato la platea grazie ad un intervento capace di attraversare, con originalità e allo stesso tempo semplicità, alcune storie di donne esemplari come Rita Levi Montalcini “che ha lottato contro la storia, essendo donna ed ebrea durante il nazismo e nella sua stanza da letto di Torino approfondiva gli effetti periferici del sistema nervoso dagli embrioni dei polli e poi… il Nobel!”. Una lezione di vita, improntata sui traguardi da raggiungere, i valori da perseguire, gli ostacoli da superare”.
E ancora Katalin Karikó, colei che “nell’arco di poche ore è riuscita a immaginare il vaccino Pfizer, ma bisogna urlare ai no vax che questa donna ha lottato più di 15 anni per affermare le sue ricerche in America”. Un esempio virtuoso di determinazione, abnegazione: nonostante i suoi numerosi fallimenti, ha proseguito nelle sue idee e dei risultati noi tutti oggi conosciamo i benefici. “Tutti gli sforzi fatti dalla nostra governance sono per voi ragazzi – ha detto Cuzzocrea in apertura – abbiamo rimodernato strutture e servizi per renderla tecnologica e al passo coi tempi, continueremo su questa strada mettendo sempre al primo posto l’interesse vostro. Stasera non ho preparato nessun discorso, ho scelto di far parlare le emozioni, quelle di 4 anni di rettorato, del ritorno in questo fantastico teatro dal 19 luglio 2019, l’ultima volta che abbiamo potuto fare questa cerimonia. Dopo la pandemia e gli anni difficili vissuti – ha concluso il magnifico – ci ritroviamo a calcare questo palco a 30 anni da quelle stragi che hanno smosso le coscienze della mia generazione, rappresentando un esempio che nel tempo abbiamo cercato di tramandare ai più giovani come voi”.
All’evento, iniziato con l’esibizione del coro d’ateneo, hanno preso parte i sindaci di Messina, Federico Basile, e Taormina, Mario Bolognari, la direttrice del parco archeologico Naxos-Taormina Gabriella Tigano, i protettori dell’ateneo Giovanni Moschella, Luigi Chiara, Giovanna Spatari, Ninì Germanà e Roberta Salomone, il direttore generale Francesco Bonanno, i senatori accademici. Tra gli interventi quelli del rappresentante degli studenti in senato accademico Gugliemo Gullifà e i più giovani laureati messinesi Alberto Jaci e Adriana Martella.