Sicilia da primato. I produttori di vino del mondo intero si sono dati appuntamento alla London International Wine Fair, conclusasi la settimana scorsa, per lanciare nuovi vini d’annata in questo che, ogni anno, è l’evento da non perdere nel calendario delle campionarie internazionali del vino.
“E’ stata una fiera eccezionale – commenta Dario Cartabellotta, direttore dell’Istituto Vite e Vino –, a Londra si è respirata aria nuova. I segnali di rinnovata vitalità del settore arrivati con le altre fiere di quest’anno si sono confermati e rinsaldati anche sulla piazza londinese. La nostra partecipazione in forze ha permesso di essere nel cuore del mercato internazionale e, così, incontrare un flusso costante di operatori di Regno Unito, Europa, America del Nord e nuovi mercati asiatici. L’export per i vini di Sicilia, soprattutto in questo momento di stagnazione dei consumi interni, continua a rappresentare per noi un obiettivo di fondamentale importanza e tutti gli sforzi che stiamo compiendo in questa direzione si stanno dimostrando efficaci e di grande portata”.
Gli stand della Sicilia sono stati sicuramente tra i più visitati registrando un afflusso mai così intenso di importatori, distributori e ristoratori locali, confermando lo straordinario appeal che il brand Sicilia suscita ormai tra addetti ai lavori e wine-lovers di tutto il mondo. Un successo frutto di un investimento che l’Istituto Vite e Vino, quest’anno, ha voluto compiere per far partecipare con forza e incisività la delegazione delle aziende siciliane a questo fondamentale appuntamento del calendario fieristico internazionale. “Abbiamo investito su questa fiera, quintuplicando gli spazi espositivi a noi riservati, perché è qui – prosegue Dario Cartabellotta – che si decideranno i vini del futuro, le loro tendenze, le preferenze di gusto e le diverse modalità di consumo. Come poi i dibattiti avvenuti in questi giorni di fiera hanno dimostrato, oggi si può bere vino siciliano in mille occasioni diverse, stimolati da una cultura che guarda alla dieta mediterranea ma anche a tutte quelle contaminazioni culinarie che a Londra come in tanti altri paesi hanno un loro peso”.
Come da programma, nel secondo giorno di fiera si sono tenuti i tre seminari organizzati dall’Istituto Vite e Vino della Regione Siciliana in collaborazione con l’Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE) e dedicati alle eccellenze enoiche isolane. Una platea internazionale di giornalisti e operatori del settore ha preso parte ad interessanti approfondimenti su quei patrimoni vitivinicoli che hanno contribuito a rendere nota ed apprezzata in tutto il mondo la Sicilia del Vino di qualità. Peter MacCombie, Sally Easton e Charles Metcalfe sono le grandi personalità inglesi del vino che hanno guidato i tre workshop dedicati al Nero d’Avola, il vitigno principe dell’enologia siciliana, ai vini bianchi e a quelli naturalmente dolci e liquorosi. Questa forma di incontro e di presentazione delle peculiarità siciliane rientra nell’impegno da parte dell’IRVV nell’opera di sostegno ai processi di internazionalizzazione delle aziende del vino siciliane, con l’obiettivo di generare le condizioni ottimali per sviluppare export. Il compito che l’Istituto si è prefisso è proprio quello di far incontrare domanda e offerta del vino di qualità offrendo strumenti, relazioni e opportunità di approfondimento. I segnali di grande interesse che sono arrivati dagli opinion leader coinvolti sono stati incoraggianti, a conferma di un’attenzione particolare che tutte le aziende siciliane si augurano diventi di lungo respiro e coinvolga tutti i diversi territori di produzione.
Sempre nella stessa occasione il Direttore dell’IRVV ha potuto presentare il nuovo sigillo di garanzia per i vini Nero d’Avola: Nero d’Avola di Qualità – Sicilia. Un protocollo specifico di produzione, infatti, è stato stilato con l’obiettivo di tutelare e valorizzare proprio i vini prodotti in Sicilia con questo vitigno e che entro i confini dell’isola saranno imbottigliati. Presentare proprio in una piazza prettamente internazionale come quella di Londra uno strumento che intende tutelare il vitigno principe dell’enologia siciliana da contraffazioni di ogni sorta è un fondamentale imperativo. Queste “agripiraterie”, infatti, mettono a rischio la qualità percepita del prodotto da parte dei consumatori soprattutto esteri e danneggiano le aziende produttrici che hanno fatto dei loro Nero d’Avola di qualità un vessillo.