La Sicilia è una terra derelitta | Presidente, grazie per il coraggio - Live Sicilia

La Sicilia è una terra derelitta | Presidente, grazie per il coraggio

Il Presidente della Repubblica oggi all'Ars. Il nostro benvenuto.

L’Assemblea Regionale Siciliana si riunisce oggi in seduta solenne per commemorare l’ex presidente della Regione Piersanti Mattarella, in occasione del 40° anniversario della sua uccisione. Alla seduta parteciperà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fratello di Piersanti. Il nostro benvenuto al Capo dello Stato.

Caro Presidente Mattarella,

Grazie per la visita all’Ars che ha il senso del recupero sincero della memoria di un grande Presidente della Regione, suo fratello Piersanti, che avrebbe cambiato la storia di questa terra, se ne avesse avuto il modo e il tempo. Lei, col suo semplice esserci, sottolinea la pulizia morale di una rivoluzione sfiorata, rendendo acuto il rimpianto. E ci rammenta il tradimento di un cammino. La sua testimonianza è resa più significativa dal legame privato, in un drammatico dualismo che è proprio delle vittime che rivestono ruoli pubblici, quando la coscienza costringe a scegliere con cura le parole necessarie alla comunità, sottraendole all’umanissima esigenza del grido.

La generosità del suo dolore, da cui è nata una vicenda politica esemplare di servizio, è il segno di una riscossa per tutti. C’è una strada tracciata e che può essere seguita: reagire al male con il bene, non arrendersi alla sopraffazione della violenza, non abbandonare mai la compostezza del diritto e della ragione davanti ai colpi del torto. Così facendo, nel più alto dei luoghi istituzionali, lei, Presidente, ha portato le lacrime e le speranze di tutti i siciliani.

Grazie, per la sua serenità che non è fragilità, ma vigore. Perché nell’epoca della scompostezza, dei teatrini social, di personaggi da seconda fila che si atteggiano a comandanti in capo, lei ci ricorda la caratteristica di un vero leader: la capacità di infondere fiducia. Ecco uno dei temi fondamentali che ha richiamato nel discorso di Capodanno: “L’Italia riscuote fiducia. Quella stessa fiducia con cui si guarda, da fuori, verso il nostro Paese deve indurci ad averne di più in noi stessi, per dar corpo alla speranza di un futuro migliore”. Un appello che non diffonde ottimismo a poco prezzo, ma che indica un orizzonte con cui rovesciare i pronostici dei profeti di sventura, di coloro che puntano allo sfascio per monetizzare la rabbia e trasformarla in consenso.

Grazie, per il suo essere un antidoto perenne contro l’odio che viene smerciato come se fosse la rivendicazione legittima da scagliare contro questo o contro quello. Ma è soltanto odio nella pienezza della sua brutalità. Odio contro il migrante. Odio contro la diversità. Odio contro il Papa solo perché afferma la verità scomoda del Vangelo. Odio contro i migliori. Odio contro i buoni declassati a buonisti. L’odio di chi crede che l’ignoranza possa rappresentare una forza, purché il mondo intero sia trasformato in giungla. Le sue chiamate calme e forti alla tolleranza, Presidente, sono boccate d’aria pura per gli uomini di buona volontà che non intendono riconoscere il primato di ciò che resta eternamente disumano.

Infine grazie, Presidente, perché è qui, accanto a noi. In un momento drammatico, nella sua terra resa derelitta dalla politica, tra Roma e Palermo, in una commistione di eletti ed elettori che ha prodotto, soprattutto, il peggio. Lo sguardo di un siciliano che non si è mai rassegnato potrà regalarci un sussulto di dignità, forse, un pizzico di rossore. E farci coraggio.

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