La termitana Deborah Inserillo è tra i 30 'Alfieri della Repubblica'

La termitana Deborah Inserillo è tra i 30 ‘Alfieri della Repubblica’

A conferire l'attestato alla volontaria del Banco Alimentare è stato il presidente Mattarella

TERMINI IMERESE (PA) – C’è anche una 19enne siciliana tra i giovani che sono stati nominati “Alfiere della Repubblica” dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Si tratta di Deborah Maria Inserillo, nata l’1 agosto del 2003 e residente a Termini Imerese, in provincia di Palermo.

Studentessa in Scienze dell’Educazione all’Università di Palermo, Deborah è una volontaria del Banco Alimentare  e si impegna quotidianamente per sostenere la pratica e la cultura della condivisione e del dono. È stata selezionata per la sua attività di volontariato presso la Fondazione con cui testimonia l’importanza della condivisione e del dono, e per l’impegno contro lo spreco alimentare, fatto di azioni concrete e di sensibilizzazione per uno sviluppo sostenibile.

Negli anni ha promosso la Colletta e molte altre iniziative in favore dei più poveri, nelle scuole della città, realizzando e promuovendo originali momenti di sensibilizzazione sui temi del recupero e della sostenibilità. “Ho iniziato la mia attività di volontariato al Banco Alimentare in quinta elementare – spiega Deborah a LaPresse – prima occupandomi di colletta e poi di distribuzione di pacchi della spesa alle famiglie più in difficoltà”.

Nella sua città, Deborah, ha anche promosso delle campagne “contro lo spreco alimentare e sul perché è importante donare un alimento a chi ne ha più bisogno”. Per far questo, la giovane ragazza è andata anche nelle scuole “dove ho parlato con i ragazzi più giovani di me – racconta -. Riflettere sulla cultura dello spreco è importante come dice papa Francesco, noi non sprechiamo solo il cibo ma anche le persone. Sono convinta infatti che attraverso il cibo la persona acquista la sua dignità”.

Nel periodo della pandemia il suo impegno è diventato ancora più maturo: inizialmente, segnalando famiglie di conoscenti in difficoltà, poi divenendo, in rappresentanza del Banco Alimentare, un punto di riferimento stabile per una settantina di famiglie: “Nel periodo del lockdown, ad esempio, abbiamo assistito delle famiglie indigenti e la loro dignità si azzerava quando mancava un piatto di pasta, soprattutto quando non erano nelle condizioni di sfamare i propri figli. Il bello del volontariato al Banco Alimentare sta anche nel rapporto che si instaura con le famiglie che di volta in volta ci si trova ad assistere, nasce spesso un rapporto confidenziale la gente si confida con te raccontandoti le sue paure. Spero che riconoscimenti come quello che ho avuto l’onore di ricevere possano incentivare sempre più giovani al volontariato”, conclude Inserillo.


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