Le indagini sulla tragedia di Caronia e quel rottweiler sparito

La tragedia di Caronia| La fuga e quel rottweiler

Gli ultimi aggiornamenti. Il procuratore: "Nessuna inefficienza dello Stato"

Tre ipotesi, due plausibili e una “imponderabile”. Vanno tutte vagliate però, “con la stessa e massima attenzione per non dovere scoprire in futuro di avere commesso degli errori”, dice il procuratore di Patti, Angelo Vittorio Cavallo. È lui a coordinare le indagini sulla morte di Viviana Parisi e Gioele Mondello, trovati morti in un bosco a Caronia.

“Indicazione precisa”

“I periti ci hanno dato un’indicazione precisa – aggiunge – ma prima di parlare di certezze vanno eseguiti tutti gli accertamenti scientifici necessari, a cominciare dagli esami istologici”. Ci vorrà del tempo prima che i tessuti siano pronti per essere analizzati.

Le ipotesi

Indagine difficile quella sulla tragedia di Caronia. Le ipotesi in ballo sono tre. Viviana uccide il piccolo Gioele e poi si toglie la vita. Madre e figlio sono stati vittime delle aggressioni di qualche grosso animale.
Ma non si può escludere che Viviana sia stata aggredita da un uomo. Un’ipotesi “imponderabile” perché Viviana avrebbe dovuto avere la sfortuna di imbattersi, in quei luoghi e in quel momento, in qualcuno che voleva approfittare di lei e dello stato di disagio psichico in cui certamente si è trovata lo scorso 3 agosto.

Le fratture sul corpo della donna, trovata sotto un traliccio, e le condizioni del corpo di Gioele generano possibili ricostruzioni che si intrecciano. Viviana è salita sul traliccio per sfuggire ad un grosso animale oppure per compiere il gesto estremo di togliersi la vita?

I legali della famiglia Mondello dicono che era impossibile che la Dj si arrampicasse sul traliccio attorniato dai rovi senza farsi del male alle braccia e alle mani. Sul punto, però, Cavallo conferma che non ci sono segni di escoriazioni evidenti sul corpo di Viviana, ma spiega che “era possibile salire da un lato della struttura metallica” senza spinarsi.

Il rottweiler sparito

Da che animale si sarebbe difesa Viviana? Alcuni esperti consultati dalla Procura tendono ad escludere che siano stati dei cinghiali o dei maiali che non attaccano l’uomo se non per difendere la prole.

Allora potrebbe essere stato un grosso cane. E qui si innesta un altro punto da chiarire. In una casale vicino al luogo del ritrovamento dei corpi c’è un’abitazione su cui anche ieri si sono concentrati i sopralluoghi degli uomini in divisa. Il proprietario del casale vi tiene due rottweiler, ma di uno non ci sarebbe più traccia. Il padrone è stato sentito dagli investigatori. Nulla trapela.

Nessuno ha soccorso Viviana?

Cavallo torna anche su altri due interrogativi. Il primo: perché nessuno ha soccorso la donna subito dopo l’incidente in galleria lungo l’autostrada? A cominciare dalle persone a bordo del furgone contro cui aveva urtato la macchina di Viviana.

“Tutti dicono di essere subito preoccupati della viabilità – spiega Cavallo –. Hanno visto la donna che scendeva dalla macchina, ma erano in galleria, un posto pericolosissimo che andava messo subito in sicurezza”.

E la coppia di turisti milanesi? “Hanno visto la donna uscire con in braccio il bambino, era vivo, non piangeva – dice Cavallo -. Li hanno seguiti per un poco, ma erano in ciabatte e in mezzo alla vegetazione. C’è da dire poi che hanno subito avvertito il 112”.

“Nessuna inefficienza”

Insomma hanno fatto tutto il possibile. Come tutto il possibile sarebbe stato fatto dalle forze dell’ordine in questi angoscianti giorni di ricerche. Ricerche criticate dai familiari. Daniele Mondello, padre di Gioele e marito di Viviana, parla di “dubbi oggettivi sui metodi adottati”.

Il cugino, e avvocato, Claudio Mondello è più duro: La credibilità dello Stato ne esce fortemente compromessa. In tanti hanno cercato Gioele, dai vigili del fuoco ai cacciatori di Sicilia. Gente esperta con a disposizione le migliori attrezzature, ma alla fine i resti sono stati trovati da un carabiniere in comgedo.

“Rispetto l’opinione di chi vive un dolore immenso – risponde Cavallo – ma non ho visto inefficienza dello Stato. Non sono io a coordinare le ricerche e non devo certo fare il difensore di ufficio di qualcuno ma sono state messe in campo le migliori energie e professionalità. Poi capita che sia un volontario che conosce benissimo i luoghi, e a cui va il mio ringraziamento, a trovare le tracce decisive. Non è la prima volta che accade. E poco importa. Siamo stati noi a dare il via libera ai volontari per farci aiutare”.


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