CATANIA – Fin dall’inizio la posizione dell’imprenditore Nino Puglia, scarcerato sabato mattina su disposizione del Riesame, è stata considerata “border line”. Le motivazioni del Tribunale della Libertà che arriveranno in primavera potranno ben delineare la valutazione che hanno fatto i giudici. L’annullamento dell’ordinanza potrebbe fondarsi su due fattori: esigenze cautelari o insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza sull’accusa di concorso esterno. Per Luca Blasi, uno dei due difensori insieme a Giovanni Spada, “vi è una speranza concreta che l’ordinanza sia stata annullata per assenza di gravi indizi di colpevolezza”.
La speranza concreta dell’avvocato Luca Blasi nasce proprio dagli atti in mano ai magistrati. “Il problema fondamentale che abbiamo riscontrato negli atti – afferma l’avvocato – è che alle dichiarazioni (già di per sé ambigue) di Giuseppe Laudani non vi corrispondevano altri elementi di riscontro nè nelle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia nè con altri atti di indagini a carico del nostro assistito”. Nel corso dell’udienza davanti al Tribunale delle Liberta “abbiamo sostenuto – aggiunge Blasi – che non vi erano riscontri individualizzanti che potessero giustificare i gravi indizi di colpevolezza necessari per un’ordinanza di custodia cautelare. Per le esigenze cautelari abbiamo sostenuto che i fatti sono sicuramente acclarati fino al 2009 e non oltre, perchè sebbene le dichiarazioni sono del 2010 il tutto si ferma a carico del Puglia nel 2009”.
Luca Blasi ha atteso la decisione del Tribunale delle Libertà per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, soprattutto in merito ad alcune notizie pubblicate dai media dopo il blitz sui rapporti societari di Puglia con la discoteca Ma di Catania. “E’ stato posto in rilievo da alcune testate che Puglia era socio del 30% del Ma. La cosa è parzialmente inesatta: Puglia ha una quota solamente per la gestione della ristorazione e non nella gestione delle serate che è demandata ad altre persone. Capisco che il Ma essendo una delle discoteche più in voga a Catania poteva fare notizia”. L’avvocato Blasi evidenzia come “dagli atti di indagine non sia emerso in alcun modo il coinvolgimento del Ma, locale che è stato aperto nel 2004. Non è mai stato nominato dai collaboratori di giustizia, in particolare da Giuseppe Laudani. Il problema potevamo affrontarlo precedentemente ma per scelta – afferma Luca Blasi – abbiamo preferito non cadere nella polemica e aspettare la decisione del tribunale del Riesame”.
Intanto Nino Puglia già da due giorni è tornato a casa. “Io ho sentito Puglia all’atto stesso della scarcerazione – racconta l’avvocato Blasi – perchè mi ha chiamato appena uscito dal carcere di Messina. Era commosso e felice. Per lui è stata un’esperienza traumatica, non vede l’ora di tornare al suo lavoro”.
Non si sottrae, infine, alla domanda sul concorso esterno l’avvocato Luca Blasi, accusa a carico del suo assistito e reato al centro di un dibattito dopo la sentenza di proscioglimento del Gip per l’editore Mario Ciancio. “Il concorso esterno è un reato che sebbene parte dell’avvocatura contesta vivacemente purtroppo esiste per giurisprudenza consolidata e quindi siamo chiamati a difendere i nostri assistiti da questa contestazione. Lo ritengo un reato, soprattutto nei confronti degli imprenditori, difficilissimo da dimostrare. Spesso gli imprenditori si trovano, come nel caso il Puglia, in quella zona grigia della contestazione tra imprenditore colluso e imprenditore vittima. La linea di confine tra collusione e vittima è molto difficile da dimostrare sia in senso favorevole che sfavorevole”.