PALERMO – A Pioppo non c’è spazio né voglia per pensare ad altro. La tragedia che ha colpito tre famiglie della piccola frazione alle porte della città, ha in realtà colpito l’intera comunità. Migliaia di persone da due giorni asciugano delle lacrime che sembrano non trovare fine. Il dolore per la morte di Angelo Marceca e dei cugini Giacomo e Giosuè Guardì oggi pomeriggio ha spinto in chiesa tutto il paese.
Una folla infinita, nel giorno dlel’addio e del lutto cittadino proclamato dal sindaco Piero Capizzi, ha percorso in corteo la lunga strada che conduce alla chiesa di San Giuseppe, strapiena e circondata da negozi chiusi, saracinesche abbassate e centinaia di residenti affacciati al balcone. Su uno di questi un grande lenzuolo con le foto dei tre giovani ed un messaggio da parte degli amici: “Avete lasciato un vuoto incolmabile, restate per sempre gli angeli che guideranno il nostro cammino”.
I due diciannovenni ed il sedicenne erano molto conosciuti in tutta la zona. Il nonno di Angelo Marceca era stato sindaco di Monreale, mentre il padre Giuseppe lavora per il 118 ed è stato uno dei primi soccorritori ad arrivare sul luogo dell’incidente. Uno schianto terribile quello di due notti fa, avvenuto sulla statale 186: l’Opel Corsa guidata da Giacomo Guardì è uscita per motivi da accertare fuori strada, poi si sarebbe ribaltata più volte, finendo contro un muro di cinta.
Due dei ragazzi sono rimasti intrappolati tra le lamiere della macchina, gli altri due sono stati trasportati in ospedale, ma per uno di loro non c’è stato nulla da fare. Lotta ancora per la vita il quarto passeggero, Gabriele Diliberto, ricoverato in Rianimazione al Civico, è in coma farmacologico. Le sue condizioni sono gravi, ma vengono definite stabili dai medici.
E’ proprio Gabriele a rappresentare la speranza, in questo momento, per tutti coloro che conoscevano i tre ragazzi che hanno perso la vita. “Oggi preghiamo per queste tre anime bellissime, ma anche perché vogliamo che Gabriele riapra presto gli occhi – dice Giovanna Di Cara -. Speriamo che almeno lui resti con noi, siamo già distrutti da quanto accaduto, non riusciamo a crederci”. “Avevamo visto crescere questi due ragazzi – racconta Francesco Burgi – e anche Giosuè stava diventando grande. E’ una tragedia indefinibile, che ha gettato nello sconforto tutta la nostra comunità. Siamo vicini alle tre famiglie, il quale dolore sembra adesso inconsolabile. Speriamo tutti trovino la forza per affrontarlo”.