PALERMO – “Vogliono far passare le nomine, aggirando il parere dell’Ars”. E’ caos sulle designazioni del governo. Dagli enti parco agli Iacp, la polemica ruota attorno alla Commissione Affari istituzionali. Dove non siede più Giancarlo Cancelleri e ancora non si è trovato un sostituto. Quanto basta per “impedire” ai deputati di esprimere la propria valutazione sugli incarichi del governo, come prevede il regolamento. E così, quelle nomine, su cui l’opposizione ha già puntato il dito, rischiano di essere approvate grazie alla scadenza dei termini. Senza che nessuno, tra i parlamentari, possa sindacare sui curriculum e sui titoli.
Le ultime nomine
E dire che proprio sulle nomine attualmente all’ordine del giorno non erano mancati i dubbi. Si tratta delle designazioni dei presidenti di alcuni enti parco: di Mario Antonino Scaccianoce all’Ente parco fluviale dell’Alcantara, di Carlo Caputo a presidente dell’Ente parco dell’Etna, di Domenico Barbuzza all’Ente parco dei Nebrodi, e di Angelo Merlinoall’Ente parco delle Madonie.
“I parchi naturali siciliani – ha protestato pochi giorni fa il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo – non possono essere gestiti come posti di sottogoverno, devono essere guidati da soggetti realmente competenti in grado di valorizzarli anche per rilanciare il nostro territorio”. I dem si erano detti pronti a dare battaglia su tutte le designazioni ma pare che le attenzioni del Pd siano appuntate in particolar modo su Carlo Caputo, destinato alla guida del Parco dell’Etna. Caputo, vicino al deputato regionale di Diventerà Bellissima Giuseppe Zitelli, è stato sindaco di Belpasso dal 2013 al 2018, ha una laurea in Scienze politiche e lavora per una società privata che si occupa di smaltire rifiuti.
Un seggio da riempire
Adesso quelle nomine possono essere approvate, paradossalmente, grazie alla impossibilità dell’Ars di esprimersi. La nomina a viceministro alle Infrastrutture del candidato governatore del Movimento cinque stelle Giancarlo Cancelleri, infatti, ha lasciato un vuoto a Palazzo dei Normanni che al momento non ha il plenum e cioè non è composta da tutti i settanta componenti così come dovrebbe.
Questo ha causato un problema agli uffici dell’Ars che stanno provando a capire chi debba sostituire il deputato che all’Ars e attende di sciogliere questo nodo, per poi operare la sostituzione anche in prima commissione.
Dall’inizio della legislatura, proprio in prima commissione, però, la maggioranza ha un problema in più. Nell’attribuzione delle poltrone, la maggioranza non è maggioranza. Le opposizioni hanno infatti più rappresentanti rispetto alla coalizione che appoggia il governo Musumeci. Questo potrebbe essere un problema risolvibile dato che a dicembre, dopo due anni dall’inzio della legislatura, dovrebbero rinnovarsi le composizioni di tutte le commissioni. Ma le nomine incombono.
La questione in commissione Affari istituzionali
Intanto, a battersi per la nomina del componente che sostituisca Cancelleri in prima commissione, ieri, sono stati anzitutto i pentastellati Gianina Ciancio, Elena Pagana e Francesco Cappello. Anche dal Pd sono arrivate critiche e Antonello Cracolici ha evocato il rischio che le nomine possano essere impugnate, nel caso in cui non fosse seguito l’iter previsto. “La prima commissione – ha detto Cracolici – ha un compito delicato perché esprime un parere sulle nomine. La legge prevede una maggioranza specifica: quella degli aventi diritto. Da questo si deduce che la maggioranza degli aventi diritto si stabilisce sulla base del plenum nella sua interezza degli aventi diritto. Quindi – ha proseguito – sia che si voti, sia che si facciano passare con il silenzio assenso senza che venga ristabilito il plenum della Commissione rischiamo che le nomine vengano dichiarate illegittime sulla base di qualsiasi ricorso fatto dai cittadini. Per questo la invito – ha chiuso rivolgendosi a Miccichè – a nominare il sostituto di Cancelleri con un componente del Movimento cinque stelle”. La richiesta che le opposizioni fanno al presidente dell’Ars, in attesa di nominare il sostituto di Cancelleri in Commissione è che siano almeno sospesi i termini, e cioè 45 giorni, oltre i quali le nomine diventano efficaci per silenzio assenso.
Le nomine bocciate
La prima commissione di Palazzo dei Normanni sulle nomine effettua un’attività di controllo: verifica che i nominati abbiano i requisisti, ma l’esperienza remota e recente dimostra come il voto favorevole non sia scontato. Il confine fra ragioni tecniche e ragioni politiche, poi, nella commissione Affari Istituzionali si fa a volte labile. In questa legislatura, la commissione parlamentare ha già fatto saltare le nomine di due dei consiglieri d’amministrazione indicati per Riscossione Sicilia: Massimo Giaconia e Gaetana Palermo.
Lo scorso dicembre, invece, sono state bocciate le nomine dei presidenti degli Iacp, gli istituti autonomi per le case popolari: tra i designati alcuni volti noti alla politica siciliana: l’ex consigliere comunale di Palermo Nunzio Moschetti designato all’Iacp di Palermo, il fedelissimo di Nello Musumeci Angelo Sicali all’istituto di Catania, il presidente della Camera penale di Barcellona Pozzo di Gotto Giuseppe Calabrò che veniva proposto per guidare l’ente di Messina, e infine due forzisti: Paolo Ruggieri (poi transitato in Diventerà bellissima) designato all’Iacp di Trapani e Nicoletta Piazzesi indicata per l’Istituto di Siracusa. In quella stessa giornata, invece, era arrivato il via libera alle nomine di Giovanni Ardizzone e Nino Caleca nel Consiglio di giustizia amministrativa (Cga).
Proprio di Iacp, però, si potrebbe tornare a parlare nei prossimi giorni dato che stando a quanto circola nei corridoi di Palazzo dei Normanni il governo starebbe pensando alle nuove designazioni. Non a caso, nelle recenti delibere di giunta di nomina e proroga dei commissari straordinari degli enti si legge che gli incarichi vengono attribuiti “nelle more del perfezionamento delle procedure di ricostituzione degli organi ordinari di amministrazione”. E dire che proprio gli Iacp sono enti destinati, stando a una delibera approvata lo stesso giorno, a essere rimpiazzati dall’Agenzia per la casa. Nell’attesa, spazio alle nuove nomine.