CATANIA. Si è chiusa con un decreto di archiviazione, emesso dal gip di Catania Rosa Alba Recupido, su richiesta del pubblico ministero Giovannella Scaminaci, l’inchiesta giudiziaria a carico dell’assessore ai Lavori Pubblici di Fiumefreddo di Sicilia Claudio Fiume e del funzionario comunale Salvatore Leonardi, accusati di abuso d’ufficio in concorso. Avviata nel 2013, in seguito ad un esposto anonimo giunto alla Fiamme Gialle ripostesi, l’indagine ruotava attorno ad alcuni interventi alla rete idrica di via Liberto a Fiumefreddo e di Contrada San Biagio a Calatabiano. In quest’ultima località Claudio Fiume gestisce, tramite la compagna, un agriturismo. Secondo l’ipotesi accusatoria quei lavori gli avrebbero procurato un ingiusto vantaggio, potendo usufruire di un nuovo impianto idrico e soprattutto di un contratto che, come previsto per i residenti di Fiumefreddo, consentirebbe un approvvigionamento illimitato di acqua, a fronte di un canone annuo fisso di circa 100 euro. Non solo. Sempre secondo l’accusa quei lavori, definiti di manutenzione, prevedevano in realtà la collocazione di nuove tubature e avrebbero quindi dovuto essere affidati dal funzionario con procedura ordinaria e non in economia.
Dopo quanto emerso dall’interrogatorio dell’assessore Fiume e dalla memoria difensiva depositata da Leonardi il pm, però, ha chiesto al gip l’archiviazione del procedimento, ritenendo di aver chiarito la vicenda. Il contratto di fornitura idrica sarebbe stato stipulato con il Comune di Fiumefreddo di Sicilia nel lontano 2001 e solo dopo il nulla osta rilasciato dal Comune di Calatabiano, poiché impossibilitato a fornire il servizio. Gli interventi, inoltre, sarebbero stati deliberati prima ancora della nomina ad assessore e avrebbero riguardato il ripristino e la sostituzione di tubature esistenti. Nessuna norma del codice degli appalti sarebbe quindi stata violata.
“Ho sempre avuto fiducia nella giustizia – dichiara Claudio Fiume – per cui il provvedimento non mi ha sorpreso più di tanto. Era quello che razionalmente e giuridicamente mi aspettavo. Erano fatti che non mi potevano essere addebitati. Non sussistevano ipotesi di reato a mio carico. C’è stata una non completezza nelle indagini perché in realtà, nel corso dell’acquisizione documentale, erano sfuggiti alcuni documenti importanti che abbiamo provveduto a fare avere, insieme alla memoria difensiva, al pubblico ministero, che ha accolto la nostra tesi. Ho prodotto i contratti di erogazione dell’acqua potabile, che io avevo con il Comune di Fiumefreddo già 15 anni prima dell’opera pubblica. Avevo anche il nulla osta del Comune di Calatabiano. Mi rendo conto – conclude l’assessore – che l’autore dell’esposto anonimo è uno che sicuramente conosce i posti e che ha sfruttato la buona fede sia degli investigatori che del pm, che non possono comprendere il fatto che l’agriturismo è sulla linea di confine tra i comuni di Calatabiano e Fiumefreddo”. Si dice soddisfatto del provvedimento anche Michele Pansera, difensore di fiducia di entrambi. “La vicenda si è conclusa rapidamente – spiega il legale – Nel fascicolo delle indagini mancavano dei documenti essenziali per ricostruire la vicenda e la semplice acquisizione di quegli atti ha dimostrato che il fatto, per come ipotizzato, non sussiste né per la posizione di Claudio Fiume né per la posizione dell’altro mio assistito Salvatore Leonardi. Entrambi – conclude Pansera – hanno sempre operato in maniera più che corretta”.