CATANIA – Gli investigatori hanno seguito in diretta per diversi mesi gli affari della droga dei Carateddi di Catania. Tra il 2010 e il 2011 telecamere e microspie sono state installate in alcuni punti strategici del clan che in quel periodo stava vivendo una forte fibrillazione interna dovuta al blitz Revenge che nel 2009 ha decapitato i vertici della frangia armata del clan Cappello. Con Sebastiano Lo Giudice, il reggente militare, fuori dai giochi e le varie defezioni da parte di boss e soldati del calibro di Gaetano Musumeci, Gaetano D’Aquino e Natale Cavallaro la cosca stava cercando di ricorrere ai ripari. In questo clima di assestamento emerge la figura di Alessandro Bonaccorsi arrestato il 16 marzo 2010. La Squadra Mobile installa in carcere le cimici e quelle intercettazioni porteranno a inchiodare il boss e i suoi familiari che gestivano un fiorente giro di cocaina da migliaia di euro.
La pm Antonella Barrera ha ripercorso davanti al Tribunale di Catania alcuni stralci dei colloqui nella lunga requisitoria del processo ordinario che vede imputati a piede libero Daniela Strano e Massimo Leonardi, i cognati del boss Bonaccorsi già condannato nel rito abbreviato assieme alla moglie Bruna Strano. “L’ascolto delle intercettazioni – afferma la magistrata – ha portato al sequestro di un ingente somma di denaro”. In due diverse operazioni la polizia sequestra quasi 400 mila euro a casa di Bonaccorsi mentre era detenuto. I contanti erano nascosti in un doppio fondo creato in una credenza. Mentre a casa di Massimo Leonardi gli agenti della Narcotici trovano un caveau nascosto nel pavimento con un tesoro di altri 450 mila euro. I due blitz sono commentati dai protagonisti durante i colloqui in carcere. A quel punto capiscono che sono nel mirino degli inquirenti. Leonardi rimuove anche una telecamere installata dalla Squadra Mobile. “Devi stare attento, ci hanno avvisati”. Mormorano durante gli incontri con Bonaccorsi dietro le sbarre. Massimo Leonardi, però, per la pm Barrera non è un semplice custode di contanti, ma ha un peso decisionale e gestionale. Un ruolo che emerge ancora una volta dalle intercettazioni, dove annuncia di aver deciso di affidare “una piazza di spaccio a Mauro”. Anche la sorelle della moglie del boss Bonaccorsi, Daniela Strano ha delle mansioni precise all’interno del gruppo criminale. Le conversazioni inchioderebbero anche un altro imputato, Filippo Bonvegna (figlio del più famoso zio Nino) che avrebbe ricevuto uno stipendio per la sua attività di spaccio. Ad un certo punto però i familiari di Bonaccorsi capiscono di avere il fiato sul collo della polizia e mentre parlano usano diverse cautele ed elementi devianti. Tutto inutile però, perché le indagini della Squadra Mobile hanno blindato quanto emerso dalle intercettazioni.
Un’altra microspia è stata nascosta a casa di Giovanni Musumeci, un’altra figura cruciale del gruppo dei Cappello Carateddi e già condannato nel rito abbreviato. L’abitazione è frequentata da Mariella Bonnici, mamma del boss Orazio Finocchiaro (arrestato e condannato nel processo Revenge), che dal carcere avrebbe continuato a imporre direttive in merito alle attività di spaccio. “E’ un uomo molto vicino a Lo Giudice”, afferma il killer dei Carateddi e collaboratore di giustizia Gaetano D’Aquino. Sarà registrata in diretta la lettura di una missiva firmata da Orazio Finocchiaro e destinataria al “figlioccio” Musumeci in cui impartiva precise disposizione inerenti la gestione di una piazza di spaccio. La moglie di Musumeci, Emilia Anastasi legge ad alta voce i vari passaggi dell’epistola. Anche lei è imputata nel processo insieme al padre Rocco Anastasi, accusato di essersi occupato alcune volte del trasporto di droga. Agli incontri è presente anche Filippo Crisafulli, “che – argomenta la pm Barrera – conosce bene le dinamiche delle piazze di spaccio”. Non ci sono dubbi di chi fossero i protagonisti dei vari incontri a casa di Musumeci, davanti all’abitazione la Squadra Mobile ha installato una telecamera.
Nessuno sconto nelle richieste di pena. Al termine della requisitoria la pm Antonella Barrera ha chiesto la condanna a 28 anni di reclusione per Orazio Finocchiaro, collegato in video conferenza da Tolmezzo. Tra i 15 e i 12 anni le richieste di pena per gli altri imputati,. Mariella Bonnici, presente nell’aula dedicata all’avvocato Famà, ha ascoltato le parole del sostituto procuratore della Dda che ha chiesto per lei una condanna a 15 anni. Anche i coniugi Leonardi hanno assistito alla lunga udienza. La pm Barrera ha chiesto la condanna a 12 anni per Daniele Strano e a 15 anni per Massimo Leonardi. Condanna a 12 anni quella chiesta per Rocco Anastasi, 15 anni per la figlia Emilia. Infine la magistrata ha chiesto al Tribunale la condanna a 15 anni per Filippo Crisafulli e 12 anni per Filippo Bonvegna.