CATANIA – La moglie e i fratelli del capomafia dei Carateddi Orazio Privitera dovranno affrontare un processo. Il Gup Francesco D’Arrigo ha accolto la richiesta del Pubblico Ministero Pasquale Pacifico rinviando a giudizio gli imputati coinvolti nell’inchiesta Prato Verde della Dia, che aveva scoperchiato una presenta organizzazione retta dalla moglie del boss Agata (Tina) Balsamo e dai fratelli di Orazio Privitera. Il gruppo avrebbero avuto il dominio mafioso sulla piana di Catania con ramificazioni a Librino e nel quartiere Pigno. Le accuse formulate dalla Procura sono a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni, droga e truffa all’Unione Europea. Secondo gli inquirenti Tina (così è conosciuta tra gli affiliati dei Carateddi) avrebbe preso il posto del marito, il boss Orazio Privitera arrestato nel 2010, nella gestione di un gruppo mafioso che avrebbe controllato gli affari illeciti della piana. I familiari del capomafia dei Cappello affronteranno il processo a piede libero: Agata Balsamo, Giuseppe Privitera, Giuseppe Buda, Franco Marino e Giovanni Privitera sono tornati liberi quasi un anno fa. Il Tribunale del Riesame aveva annullato l’ordinanza in carcere dopo che la Corte di Cassazione – su istanza dei difensori Maurizio Abbascià, Lina Biancoviso, Cosimo e Marco Santonocito – aveva rinviato ad un nuovo esame.
I NOMI DEGLI IMPUTATI. Agata “Tina” Balsamo, 48 anni, Giuseppe Privitera, 44 anni, Giovanni Privitera, 35 anni, Giacomo Cosenza, detto “Alfonso”, 52 anni, Domenico Botta, “Tirrimotu”, 36 anni, Giuseppe Buda, 38 anni, Orazio Buda, 42 anni, Antonio Caruso, “Antonello”, 44 anni , Alfio Cosenza, detto Turi, 71 anni, Giuseppe Cosenza, detto Pinocchio, 36 anni, Orazio Cosenza, 50 anni, Franco Marino, 42 anni, Salvatore Marino, 46 anni, Francesco Pasqua, 56 anni, Natala Sulfaro, 67 anni, Angelo Vasta, 34 anni, Alfio Vecchio, 43 anni, Salvatore Cicero, 39 anni, Anthony Di Pietro, 34 anni, Michele Viscuso, 44 anni, Emiliano Antonio Di Mauro, 38 anni, Francesco Tosto, 37 anni.