PALERMO – Temporali dopo Ferragosto in Sicilia, ma non basta. L’emergenza siccità continua e non ci sono previsioni che possano lasciare sperare in un’inversione di tendenza. L’intervista a Rosario Marchese Ragona, presidente di Confagricoltura Sicilia.
Abbiamo superato il Ferragosto, cosa è cambiato con l’arrivo dei temporali?
“La situazione non è cambiata, si parla di precipitazioni sparse in alcuni Comuni, con piogge violente in alcuni centri, nelle nostre campagne è arrivato ben poco. Tranne alcuni sporadici casi la situazione è critica”
Non ci sono spiragli per un’inversione di tendenza?
“Ci sono state sporadiche bombe d’acqua, situazioni isolate che non hanno risolto il problema della siccità né riempito gli invasi”.
In che condizioni sono le dighe regionali?
“Molte sono a livello idrico di emergenza, continua il contingentamento dell’acqua che resta. Ci sono travasi che consentono irrigazioni di soccorso, le temperature sono sempre alte, anche se c’è un accenno di abbassamento”.
Le colture hanno riportato danni?
“Le condizioni delle colture sono drammatiche, le piante sono stressate anche lì dove è caduta un po’ di pioggia. Cominciano a vedersi segni tangibili sugli agrumeti, sulle uve da tavola, le piante mostrano segni di cedimento”.
Le produzioni?
“Ogni giorno siamo in apprensione, c’è il rischio di danni seri alle produzioni come alle uve da tavola, agli agrumi. C’è un calo di produzione sulle uve da mosto intorno al 30%, siamo in piena vendemmia. Gli oliveti sono messi male, la raccolta non è stata avviata, ma molti lamentano per il caldo che c’è stato a partire da maggio che ha causato una riduzione notevole delle produzioni di olive. Queste cose non le possiamo recuperare neanche con la pioggia, la produzione è compromessa”.
Il sistema idrico siciliano è migliorato dopo la dichiarazione dello stato di emergenza?
“Noi non vediamo segni concreti sul territorio, non vediamo grosse opere, sistemazioni delle dighe, collaudi, miglioramenti della rete idrica, ci sono condutture colabrodo che restano tali. Bisogna intervenire strutturalmente per evitare che possa ripetersi il fenomeno. Dobbiamo aspettarci altri anni senza pioggia. Dovremmo attrezzarci per migliorare la rete idrica e gli invasi”.
Che messaggio manda alla politica?
L’agricoltura influisce notevolmente sul Pil siciliano. Non possiamo continuare a giocare e scherzare con questo settore. Che si intervenga immediatamente con i collaudi delle dighe, che non ci sia uno scaricabarile e che si costruiscano i dissalatori, come è avvenuto in altre parti del mondo. Potrebbero servire per avere la certezza delle forniture idriche anche nelle città. Non dobbiamo farcelo dire dalle testate internazionali. Ci auguriamo che ci sia una presa di coscienza e che con il G7 ci si renda conto che c’è un settore in ginocchio che ha bisogno di seri interventi”.