Le ragazze schiave del sesso altrui | "Io non dimentico quegli occhi..." - Live Sicilia

Le ragazze schiave del sesso altrui | “Io non dimentico quegli occhi…”

Le proteste dei residenti. Ma chi sono davvero le ragazze della notte?

PALERMO- Le ragazze schiave del sesso altrui, al sole, all’acqua, al vento, hanno zone geograficamente precise e catene complicate da spezzare.

“E’ una storia vecchia, purtroppo – dice Nino Rocca, da sempre attivista contro la tratta -. In via Lincoln ci sono le ragazze rumene, in piazza XIII vittime le ragazze nigeriane. Comprendo il disagio dei residenti. E pure vero che non si tratta di una scelta personale. Sono persone finite in una rete da cui è difficile uscire”.

Nino lo sa, conosce il mondo sprofondato nelle chiacchiere di certi ‘maschi’ vogliosi di un brivido proibito. E’ quella fame losca a stringere più forte i nodi delle schiave del sesso altrui. “Nessuno può illudersi – continua Nino – dietro ci sono organizzazioni criminali violentissime che esercitano un abuso nei confronti di ragazzine molto spesso minorenni, legate a un debito che devono pagare. Vengono minacciate rappresaglie cruente per loro e per le famiglie nella terra d’origine, se non si mettono in riga. Noi cerchiamo di prendere contatto, di metterle in condizione di denunciare. Ma, come dicevo, non è facile. Non c’è solo il marciapiede. Ci sono le case chiuse tra Ballarò, corso Tukory, via Oreto, via Roma, via Maqueda… L’elenco è lungo. E lì si spaccia”.

Le scorgiamo, distratti, le schiave del sesso altrui. Lungo i viali della Favorita, accanto agli spiazzi, in via Lincoln, all’incrocio con via Archirafi, più in là, vicino al mare. Fanno finta di ballare. Fanno finta di cantare. Fanno finta di essere donne libere, perché la finzione è il marketing che rassicura il cliente di turno. Intorno, auto che traboccano di presunti maschi compiono il loro presunto giro virile. Alcuni per malintesa goliardia, altri per consumare. E sono mariti, padri e figli.

“Ne ho incontrate tante di ragazze – dice Nino -. Mi chiedi quale ricordi di più? Le ricordo tutte, ognuna con il suo dramma e con la sua speranza, Ricordo una ragazza con due figli piccolissimi. Noi l’avevamo aiutata a uscire dalla tratta e dalle case chiuse. Lei, con i soldi, manteneva i figli e il compagno. Poi la lentezza, le risposte non celeri, forse la paura. Insomma, è sparita, se n’è andata e non l’abbiamo vista più. Ho ancora impressi gli occhi: i suoi e quelli di tante. Era solo una mamma che voleva accudire le sue creature e molte di queste ragazze hanno un istinto materno fortissimo che non avrà mai modo di esprimersi”.

Pensiamoci, la prossima volta che vediamo per strada le schiave del sesso altrui, segregate, vendute, torturate. Siamo tutti figli di una madre.

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