Lettera intimidatoria a Piero Grasso | La telefonata di Matteo Renzi - Live Sicilia

Lettera intimidatoria a Piero Grasso | La telefonata di Matteo Renzi

Il presidente del Senato, Piero Grasso

La missiva è stata sequestrata dalla polizia nel centro meccanografico delle Poste dopo un controllo ai raggi X. Minacce anche ai familiari.

PALERMO – Una lettera intimidatoria, inviata al presidente del Senato Piero Grasso nella sua abitazione di Palermo, è stata sequestrata dalla polizia nel centro meccanografico delle Poste dopo un controllo ai raggi X. Nella busta c’era un flaconcino di vetro con un liquido giallo, la scritta “orange” e un manoscritto di quattro pagine. La busta è firmata “I cittadini onesti di Palermo”. L’ex procuratore nazionale antimafia viene sostanzialmente accusato di avere “tradito” la lotta a Cosa Nostra.

La missiva sequestrata dalla polizia è indirizzata al “Sig. Piero Grasso, Viale Strasburgo Palermo” e contiene la firma “I cittadini onesti di Palermo” nella parte riservata al mittente. Sul contenuto della lettera gli inquirenti sono molto cauti e preferiscono al momento non sbilanciarsi, anche se il manoscritto è pieno di insulti e minacce nei confronti dell’ex procuratore nazionale antimafia. Piero Grasso, che in passato è stato oggetto di numerose intimidazioni da parte di Cosa Nostra che aveva progettato anche di ucciderlo con un attentato, martedì sera ha assistito al Teatro Biondo di Palermo alla “prima” dello spettacolo “Dopo il silenzio”, tratto dal suo ultimo libro “Liberi tutti”. Un testo in gran parte autobiografico cui l’ex magistrato ricostruisce non solo il suo impegno nella lotta a Cosa Nostra ma anche l’attività svolta dalla moglie, Maria Fedele, che per oltre trent’anni anni ha insegnato nelle scuole “a rischio” di Palermo, nella diffusione della cultura della legalità.

*Aggiornamento ore 13.46
La lettera indirizzata a Pietro Grasso contiene insulti e minacce al presidente del Senato ma anche ai suoi familiari e soprattutto alla moglie Maria Fedele, un’insegnante impegnata nella diffusione della cultura della legalità. Gli investigatori hanno escluso che, oltre a uno scritto dai toni farneticanti, all’ex procuratore nazionale antimafia venga contestato di avere abbandonato la lotta a Cosa nostra. La busta conteneva un flaconcino con un liquido di colore giallo, che sarà sottoposto ad accertamenti scientifici, e la scritta “orange”. Non c’erano invece bossoli o frammenti di proiettili. E’ stata aperta un’inchiesta che viene coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Fici. Si sta valutando, tra l’altro, la coincidenza temporale dell’arrivo della lettera con una dichiarazione di Grasso che proprio ieri aveva chiesto al Parlamento di fare la propria parte per l’accertamento delle verità sulle stragi terroristiche e mafiose. Per questo Grasso ha auspicato l’istituzione di una una commissione di inchiesta con il “compito di rendere pubblici i documenti delle commissioni passate e continuare il lavoro d’inchiesta”. “Dobbiamo avere il coraggio – aveva detto – di guardarci indietro senza paura e senza omissioni, perché un Paese che nasconde e teme la propria storia è un Paese senza futuro”.

“Mi hanno riferito che nella lettera intercettata dai Carabinieri ci sono minacce a mia moglie e alla mia famiglia, addirittura si parla di acido lanciato in faccia e di cecchini appostati vicino alla mia casa in grado di colpire una moneta da un centesimo di euro”. Lo ha detto Pietro Grasso conversando con i giornalisti a Palazzo Madama.

“I fatti sono oggettivamente in successione cronologica, ma il rapporto causa-effetto è difficile da stabilire”. Con queste parole Pietro Grasso ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se la lettera di minacce da lui ricevuta possa essere conseguente alla sua proposta di dar vita ad una commissione di inchiesta parlamentare sulle stragi proprio dopo che molti atti sono stati desecretati. Il presidente del Senato ha comunque sottolineato che le indagini sono in corso e che lui non ha ricevuto alcuna lettera perché è stata intercettata prima che gli arrivasse.

La solidarietà
“Pieno sostegno e solidarietà al presidente del Senato Piero Grasso per il vile atto intimidatorio di cui è stato oggetto”. Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, commentando la notizia della lettera di minacce diretta al Presidente del Senato ed intercettata dal Centro meccanografico delle Poste di Palermo. “Attenzione a non abbassare la guardia – aggiunge – a non sottovalutare il clima di delegittimazione e di revisionismo che espone a rischi chi da sempre è stato in prima linea nella lotta alle mafie. Si tratta di un rischio gravissimo che va contrastato massicciamente”.

Attestati di solidarietà giungono dal mondo politico al presidente del Senato, Pietro Grasso, dopo che le Poste hanno intercettato una lettera intimidatoria spedita all’indirizzo di Palermo dell’ex capo della Procura nazionale antimafia. “E’ da più di vent’anni – sottolinea il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – che Grasso, prima da magistrato e ora da presidente del Senato, è in prima linea nella battaglia contro Cosa nostra. A lui va la totale solidarietà di tutti i palermitani, con l’impegno a proseguire la lotta alla mafia fino al completo sradicamento di questo cancro della Sicilia”. Solidarietà dal presidente nazionale dell’Udc, Gianpiero D’Alia: “Grasso è un uomo da sempre in prima linea nella lotta alla mafia e a difesa della legalità di questo Paese”. Il professor Giovanni Fiandaca, candidato del Pd alle prossime europee, dice che “conoscendolo da tempo, so bene che se qualcuno pensa di intimidirlo sta perdendo il suo tempo”.

Il comunicato di Crocetta
“Esprimo la mia solidarietà personale e dell’intero governo al presidente del Senato, Piero Grasso”. Lo dice il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta. “Piero Grasso – continua Crocetta – rappresenta la storia di un impegno fulgido, esemplare e coerente della lotta alla mafia contribuendo con la sua attività di Pm antimafia, alla liberazione della Sicilia e dell’Italia. I siciliani onesti sono tutti con lui, – conclude il presidente – non solo per la sua storia, ma anche per l’impegno che ancora oggi da cittadino e presidente conduce contro la mafia e contro i poteri forti legati alla criminalità”.

La solidarietà di Laura Boldrini
“La solidarietà più affettuosa, mia e dell’intera Camera dei Deputati, al Presidente del Senato, per le gravi minacce delle quali è stato fatto oggetto insieme alla sua famiglia. Spero che gli autori di queste intimidazioni possano presto essere assicurati alla giustizia, ma sono comunque certa che le loro farneticazioni non riusciranno a frenare l’impegno per la legalità che da una vita caratterizza il Presidente Grasso”. Così la Presidente della Camera, Laura Boldrini, in una nota.

La telefonata di Renzi
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha telefonato al presidente del Senato Piero Grasso per esprimergli solidarietà e vicinanza a seguito delle intimidazioni ricevuto. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi

 


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