CATANIA – Il relitto sarà ispezionato e gli accertamenti partiranno oggi. Quella che in un primo momento era stata vagliata come ipotesi dalla Procura di Catania è invece l’ultimo tassello cruciale delle indagini condotte da Squadra Mobile, Sco e Guardia Costiera sulla strage nel canale di Sicilia costata la vita ad almeno 750 migranti. A confermare l’avvio degli accertamenti sul peschereccio affondato sono fonti giudiziarie. Intanto da ieri proseguono gli incidenti probatori davanti al Gip Anna Maria Cosentino: nel corso delle udienze i testimoni, sette quelli che sono stati convocati, hanno raccontato le varie fasi della traversata oltre ai vari momenti precedenti al viaggio della morte.
In quasi tutte le udienze sono stati presenti i due indagati: Mohamed Alì Malek, presunto comandante del peschereccio, e difeso dall’avvocato Massimo Ferrante e Mahmud Bikhit, indicato dall’accusa come membro dell’equipaggio e assistito dall’avvocato Giuseppe Ivo Russo. Ai migranti che hanno deposto in aula è stato chiesto di indicare chi fosse il capitano, e molti hanno indicato Alì Malek, il tunisino rinchiuso nelle gabbie di una delle aule del piano terra del Palazzo di Giustizia. Una metodologia quella dell’identificazione sulla quale i due difensori hanno sollevato alcune eccezioni, in quanto non si sono svolti con la procedura “cosiddetta all’americana”, e cioè con l’indicazione della persona scelta tra diversi soggetti. Udienze fiume quelle degli incidenti probatori. I tempi si allungano anche per le traduzioni, i testimoni non parlando italiano hanno bisogno di un interprete.
E se da una parte l’inchiesta della Procura di Catania, affidata da Giovanni Salvi ai pm Andrea Bonomo e Rocco Liguori, continua a ritmi serrati e non tralascia alcun elemento probatorio, anche i difensori dalla loro hanno avviato le loro indagini di parte. L’avvocato Ferrante che assiste il presunto comandante, e quindi il soggetto con le accuse più pesanti tra cui naufragio, omicidio colposo e sequestro di persona, ha già formulato richieste ufficiali a diverse autorità per ottenere documentazione utile a costruire i pilastri della strategia difensiva.
Il procuratore Giovanni Salvi da qualche giorno ha deciso di allargare il gruppo di lavoro che si occupa di immigrazione e sbarchi con due nuovi magistrati, uno proveniente dall’ordinario, e il pm Musella della Dda. Da due giorni infatti i pm catanesi stanno indagando sull’ennesimo naufragio del Mediterraneo con 40 vittime. Due giorni fà sono giunti a Catania cinque cadaveri. Su quest’inchiesta è stata già predisposta l’autopsia sui corpi e la Squadra Mobile ha fermato un minorenne, ritenuto uno dei presunti membri dell’equipaggio dell’imbarcazione.