L'incidente al Villaggio Ruffini| Muore dopo 2 settimane di agonia - Live Sicilia

L’incidente al Villaggio Ruffini| Muore dopo 2 settimane di agonia

Girolamo Fenech, aveva 40 anni

Girolamo Fenech aveva 40 anni, lascia la moglie e quattro figli. Sotto choc gli amici.

PALERMO – Era stato trasportato in condizioni gravissime in ospedale e, fino all’ultimo, familiari ed amici hanno sperato nel miracolo. Ieri sera la terribile notizia: dopo quasi quindici giorni di agonia, Girolamo Fenech, palermitano che avrebbe compiuto 40 anni a giugno, non ce l’ha fatta. Le ferite riportate in un incidente avvenuto in via Florio, dalle parti del Villaggio Ruffini, si sono rivelate fatali.

Era ricoverato in Rianimazione a Villa Sofia e intubato dalla sera dello scontro, le sue condizioni sono precipitate nelle ultime ore. La sera dell’incidente, Fenech si trovava a bordo di una motocicletta. A non lasciargli scampo, lo schianto con una Polo Volkswagen, guidata da un uomo che non ha riportato ferite. Lui è invece stato sbalzato dalla sella, finendo violentemente sull’asfalto.

Un impatto che aveva provocato un pesante trauma cerebrale, ferite interne e traumi in tutto il corpo, al punto da rendere necessario il trasporto in ospedale con codice rosso. In quasi due settimane, in tanti hanno atteso dietro a quella porta del reparto in cui era ricoverato, una buona notizia. Ma alla fine le speranze si sono spente, gettando tutti coloro che lo conoscevano nello sconforto.

Girolamo Fenech lascia la moglie e quattro figli. Decine i messaggi degli amici sui social:Non ci sono parole – scrive il cugino – in questi casi bisogna solo tacere e non dire nient’altro, hai lasciato un vuoto che penso non si potrà mai colmare, hai lasciato la tua famiglia troppo presto non doveva andar cosi, tutto è inaccettabile. Adesso sei un bellissimo angelo volato in cielo, ciao caro cugino ci rivedremo”.

“Essere lontani da tutto e da tutti – aggiunge ancora Giusy – e sapere così all’improvviso della morte di un carissimo amico, penso che siano le cose più brutte che possano esistere. Oggi ho la morte nel cuore. Non mi do nessuna spiegazione a tutto ciò. “Mimmo” riposa in pace amico mio fraterno. Possa il tuo sorriso da lassù riempire le vite dei tuoi splendidi quattro figli e della tua meravigliosa moglie. Resto sconvolta e senza parole, resto in silenzio. Resto ferma a ricordarti così. Sempre con il sorriso sulle labbra. Che possa arrivarti il mio pensiero”.

Mimmo – scrive anche l’amico Claudio – ancora non ci credo. Riposa in pace”. “E’ inaccettabile – prosegue Giovanni – una realtà a cui non si può credere, caro Girolamo. Avevi ancora una vita davanti, ma il destino è stato troppo crudele. Non ti dimenticheremo mai”.

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