L'Italia in zona gialla: "Ma l'epidemia è in ripresa"

L’Italia in zona gialla: “Ma l’epidemia è in ripresa”

Lo indicano le analisi condotte dal matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'Mauro Picone' del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

 Si cominciano a vedere segni iniziali di una ripresa dell’epidemia di Covid-19 in Italia nella percentuale dei casi positivi sui tamponi molecolari. Lo indicano le analisi condotte dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). “E’ ormai iniziato l’effetto del rilascio delle misure adottate nel periodo natalizio e i valori mostrano adesso i segni di una ripresa dell’epidemia, proprio mentre la maggior parte delle regioni sta per entrare nella zona gialla”.

Secondo i calcoli di Sebastiani “la sequenza temporale della variazione percentuale settimanale della curva dei positivi sui tamponi molecolari mostra valori negativi: cosa buona, ma purtroppo in crescita a partire da circa 14 giorni dopo il rilascio delle misure, avvenuto il 7 gennaio”. Dal 26 gennaio, inoltre, “questi valori sono invece diventati positivi. Questo probabilmente prelude a un significativo aumento dei contagi nelle prossime settimane”. Un’analisi analoga sulla curva delle terapie intensive “mostra negli ultimi dieci giorni valori oscillanti attorno a un valore negativo. Questo corrisponde a una diminuzione lineare delle terapie intensive: cosa buona, ma sappiamo che i cambiamenti di questa curva avvengono con ritardo rispetto a quella della percentuale dei positivi”. Quanto alla curva della media dei decessi, sebbene stia mostrando “un debole decremento” inferiore al 2% rispetto al valore del picco attorno al 12 gennaio, ha un valore medio negli ultimi trenta giorni che rimane “purtroppo alto” e pari a circa 475 decessi al giorno. Visto il ritardo nella vaccinazione delle categorie fragili, secondo Sebastiani “per abbassare in modo significativo i decessi si deve ridurre in modo significativo l’incidenza. Questa azione permetterebbe anche di muoverci verso la ripresa del controllo del tracciamento dei casi, cosa che permetterebbe un allentamento delle misure per un periodo più lungo e una ripresa dell’economia”.

Secondo l’esperto “purtroppo la strategia dello ‘stop and go’ che molti Stati europei, incluso il nostro, sono costretti a fare è messa in atto sempre in ritardo e questo penso sia un errore. Infatti dalle simulazioni si può vedere che agire prima permette di ridurre la durata delle misure e quindi anche le perdite economiche”. In una strategia globale di contenimento dell’epidemia sarebbe inoltre importante, qualora possibile, “vaccinare sia le categorie fragili per ridurre la mortalità, che gli individui che sono in condizioni ad alto rischio di contagio, come ad esempio detenuti e personale delle carceri, membri delle comunità religiose, insegnanti, addetti alla logistica”. Sarebbe infine importante, conclude Sebastiani, “ridurre i flussi in entrata da Paesi europei dove la circolazione del virus è al momento in crescita, specialmente Finlandia e Portogallo, dove la crescita è al momento molto grande, seguiti da Francia e Albania, dove la velocità della crescita del contagio è un ordine di grandezza più bassa”. (ANSA)

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