CATANIA. Hanno protestato stamattina, in piazza Università, i dipendenti dell’Istituto Educativo Assistenziale Mary Poppin’s di Librino contro lo “spettro” del licenziamento collettivo che si prospetta dopo i tagli dei fondi che l’Amministrazione Comunale ha applicato alla struttura e al Centro Diurno gestito dall’associazione Primavera.
In piazza, insieme ai lavoratori anche i sociologi, gli psicologi, gli amministrativi, la Preside, Eletta Perotto e il Presidente dell’associazione Primavera Anna Pennisi. Insieme ai lavoratori i sindacati rappresentanti la Fp CGIL, la Fiscascat CISL e l’UGL.
I fatti
L’Associazione Culturale “Primavera” nasce nel 1984, opera da quasi 35 anni nei quartieri popolari ad alto rischio criminalità (San Cristoforo, dal 1984 al 1999 e Librino, dal 1999 ad oggi) svolgendo, in convenzione col Comune di Catania in esecuzione di un progetto di finanza, attività educativo assistenziale a favoredei minori delle famiglie più svantaggiate della città. I servizi dell’Associazione si articolano secondo due distinte iscrizioni all’albo Regione e con due distinte utenze.
L’Istituto Educativo Assistenziale Mary Poppin’s, che fornisce attività scolastica, trasporto, mensa e cucina per 190 minori (iscrizione albo Reg. numero 1218) e il Centro Diurno Primavera, che assiste circa 100 minori, (iscrizione Albo Reg. numero 1219), con varie fasce d’età e con offerte formative non solo relative ai Valori e al rispetto della legalità ma anche relative a eventuali sbocchi professionali.
La struttura, annovera 60 dipendenti occupati stabilmente con un indotto di maestranze e professionalità tra cui psicologi, un sociologo, assistenti all’educazione, assistenti sociali, dirigente scolastico.
L’11 ottobre del 2019 il Direttore ai Servizi Sociali del Comune di Catania decretava la chiusura totale del Centro Diurno (100 minori) e la riduzione dei minori assistiti a semiconvitto dai 190 contrattualmente stabiliti a 140, con un taglio delle risorse del 45%.
“Una risorsa per Librino”
“Penso che quello dell’associazione Primavera non sia solo un problema dei minori assistiti e del personale – dice Anna Pennisi – ma un problema sociale che riguarda il territorio di Librino che perderebbe una risorsa divenuta negli anni indispensabile per le famiglie ed i minori assistiti. Credo fermamente che non può esserci crescita di una città se non esiste crescita delle periferie soprattutto ora, che dopo la pandemia, la povertà, l’abbandono scolastico ed il degrado sono in aumento esponenziale – continua Pennisi – e dopo le dichiarazioni fatte dal Sindaco Salvo Pogliese e dall’Assessore ai Servizi sociali Lombardo al Presidente del Tribunale dei Minori, Roberto Di Bella, circa la carenza e la necessità di attivare strutture per minori che operino a Librino per trovare soluzioni condivise che aiutino tutti senza mortificare un territorio e i tanti lavoratori. Appare, chiaramente, a tutti noi un controsenso”.
Per quanto riguarda i costi “troppo alti” della gestione dell’istituto Mary Poppin’s andando a fare un’analisi approfondita ci si accorge che la struttura Socio-Assistenziale di Librino ha una incidenza, sulle casse comunali molto minore dei Centri di Aggregazione.
Il centro diurno è aperto 7 ore al giorno con un’assistenza ai piccoli di 35 ore la settimana , fino alle 20,00/20,30 con un costo poco superiore a 250,00 euro a minore, mensili.
I centri di aggregazione territoriale aperti per 3 ore al giorno, con un servizio di 12 ore settimanali riservato ai minori ha un costo di 110,00 euro mensili ad assistito.
“La paventata chiusura di una struttura come questa è un controsenso – interviene Rosaria Leonardi della segreteria confederale CGIL – specialmente dopo che lo stesso Presidente del Tribunale dei Minori, Roberto Di Bella, ha dichiarato che nel capoluogo etneo sono circa 18000 i bimbi, con un’età compresa tra i 10 e i 12 anni, a rischio evasione scolastica”.
L’assessore ai Servizi Sociali, Giuseppe Lombardo, ha convocato un tavolo con i Sindacati e i lavoratori della Mary Poppin’s per venerdi prossimo alle 11.