“Berlusconi ci vuole ‘rosicchiare’ parlamentari? Guardi, noi ci auguriamo di ‘rosicchiare’ i berlusconiani. Lavorando in sintonia e con i mezzi della politica pensiamo di poterlo fare”. E’ una delle tante frasi pronunciate da Raffaele Lombardo nel corso della frenetica giornata politica di oggi. Una giornata discreta per il governatore della Sicilia che ha confermato a Berlusconi il suo terzopolismo incallito, che vedrà degli incontri, nei prossimi giorni, per fare il punto sulle comunali. Attenzione, non si tratta di una porta chiusa in faccia alle avances di Silvio, specialmente dopo l’aperturismo di Casini che ha ammorbidito la trincea. Lombardo – da bravo giocatore – sa che in questo momento deve ammiccare a tutti, per non concedersi a nessuno. E’ la sua trama di sempre, finora si è rivelata vincente. Il rosicchiamento lombardiano è soffice, quasi inavvertito. Una strategia liquida, insinuante. Raffaele Lombardo – ha ragione Cardiel, onesto pidino di Caltagirone – è un capacissimo stratega. Chapeau.
Questo Cardiel va tenuto d’occhio, perché ha detto cose – a nostro parere – esatte. Ha ricordato che il dibattito interno a un grande partito come il Pd non può diventare un’eresia caltagironiana, con fattucchiere e maghi da bruciare sul rogo. Ha rammentato che, casomai, è stato Giuseppe Lupo a cambiare impostazione politica. E ha rivendicato la necessità di consultare gli iscritti, rispetto a un mutamento colossale: da acerrimi nemici ad alleati di Lombardo. La reazione del vertice dei democratici (da Lupo a Cracolici) è apparsa scomposta e sintomatica di un certo nervosismo. Lombardo vince, il Pd perde pezzi e serenità. E non crediamo che ciò dispiaccia all’astuto governatore, corteggiato da mezzo mondo (perfino da Castiglione).