CATANIA – Le dichiarazioni a caldo dei politici catanesi.
“Voglio esprimere tutta la mia felicità – spiega Anna Finocchiaro – per la vittoria di Rosario Crocetta in Sicilia. Il suo successo, in un quadro politico molto difficile, che vede un siciliano su due non andare a votare e l’esplosione del Movimento 5 Stelle che deve interrogare tutti i partiti che hanno a cuore la nostra democrazia, ci dice che la speranza di cambiamento per la Sicilia e per l’Italia è rappresentata dal centrosinistra”. Per il presidente dei senatori del Pd, “Sono convinta che la personalità di Crocetta saprà guidare la Sicilia con trasparenza, pulizia, competenza e saggezza. A Rosario, che ho sentito telefonicamente, mando il mio più caloroso abbraccio”.
Per Concetta Raia “La vittoria di Crocetta è un risultato entusiasmante. Segna il declino definitivo del centrodestra in Sicilia. I siciliani hanno scelto il cambiamento e allo stesso tempo hanno detto ‘no’ a soluzioni estremiste e improvvisiate, premiando la competenza, l’onestà, il coraggio e la trasparenza di Rosario Crocetta e della sua coalizione, che diventa così un esempio per le future alleanze su scala nazionale”. La candidata capolista del Partito Democratico nella provincia di Catania, tra i più votati, spiega che “La Sicilia, ancora una volta protagonista della politica italiana consegna il dato inequivocabile del definitivo tracollo del partito di Berlusconi, che viene riconosciuto dai cittadini come l’unico responsabile della mancata risposta del governo nazionale alla gravissima crisi che ha colpito la nostra Italia”. “Il risultato del Movimento Cinque Stelle – prosegue Raia – indica il grave disagio di migliaia di cittadini verso la classe politica che adesso è chiamata a dare, finalmente, prova della sua volontà di cambiamento e di autoriforma”. E conclude dicendo di sentirsi “felice – conclude – del risultato personale. Ringrazio le migliaia di donne e di uomini che mi hanno voluto sostenere e continuerò il mio impegno per costruire una Sicilia migliore”.
Per Giovanna Marano “Il vero vincitore di queste elezioni è l’astensionismo perché più di un siciliano su due non ha votato”. La candidata di LiberaSicilia e Italia dei Valori spiega che “è stato fatto un passo indietro sul fronte del cambiamento, che non aiuta la Sicilia a voltare pagina. L’astensionismo, insieme al voto di protesta dato a i grillini, è un chiaro monito per tutti i partiti che devono fare una profonda riflessione”. Giovanna Marano osserva che “Chi ha vinto non ha i numeri per governare e dovrà per forza allearsi con altre forze politiche. Quello di oggi non è un buon risultato, né per noi e né per la nostra isola, perché la coalizione che ha prevalso è in perfetta continuità con coloro che hanno male amministrato negli anni precedenti la nostra terra”. “Non ci nascondiamo dietro ad un dito e ammettiamo la sconfitta – sottolinea – ma il grande rammarico è quello di non aver presentato una lista unica. Non abbiamo assicurato una rappresentanza parlamentare a un’assemblea regionale che ne aveva bisogno”. “Il progetto di LiberaSicilia non si esaurisce qui, questo per noi è solo un punto di partenza – conclude – E’ stata una bellissima esperienza umana e politica ed è da qui che ripartiremo per ricostruire l’isola”.
Per Giuseppe Castiglione “In queste elezioni in cui è prevalso il dato forte dell’astensione chi ha vinto non è legittimato”. Il coordinatore del Pdl augura “buon lavoro a Crocetta nell’interesse dei siciliani”. E aggiunge: “Nel voto frammentato la novità del quadro politico è il risultato di Grillo. Certo il Pdl non esulta per il proprio risultato, come il Pd. Siamo però la forza maggiore dopo Grillo. A Catania siamo al 20% e prendiamo 4 deputati. Il Pd esce con 29 deputati e ci torna con 14. Il Pdl esce con 15 e ci torna con 14″. Castiglione considera che “non ha funzionato l’appello al voto disgiunto, ma ha funzionato il voto strutturato dei partiti”. “Crocetta – spiega – è stato eletto dal Pd e dalle leale intesa con l’Udc che il alcune province ha fatto la differenza”. Complimenti anche per Musumeci: “Ha condotto una grande campagna elettorale, con sacrificio, impegno e con spirito di servizio e dedizione”. Il Pdl “ha pagato le note vicende del Lazio, la chiusura traumatica della vicenda Lombardia e una dialettica interna al di sopra delle righe” ma nonostante questo “ha dimostrato di essere presente sul territorio, come a Catania dove ha ottenuto un risultato che rivendichiamo”.
Per Claudio Fava “Abbiamo perso e quando si perde ci si assume la responsabilità, che decifreremo nei prossimi giorni. La sinistra in Sicilia è risultata affaticata e residuale, schiacciata tra il non voto e la protesta grillina. Chi non ha votato, ha consegnato la Sicilia a un sistema politico bloccato”. Il coordinatore di Sel commenta il voto ricordando anche che “sarebbe poco generoso dire che se non ci fosse stata la vicenda legata alla mia candidatura, sarebbe andata diversamente”. Per Fava a resistere è stato “il voto d’apparato”. E sulle due liste:”a sinistra si pecca di vanità, c’é chi ha preferito una scelta più articolata ne abbiamo preso atto”. Poi sul sindaco di Palermo: “Orlando ha detto “se i partiti sono finiti non si insiste sul proprio simbolo”. “Più della metà dei siciliani – ha concluso – scegliendo di non votare ha deciso di lasciare cambi tutto per non cambiare nulla”.
Per Lombardo “La vittoria di Rosario Crocetta era prevedibile perché sostenuta da partiti dotati di forti apparati come il Pd e l’Udc’. E considera: “lo scrutinio sta smentendo il presunto voto disgiunto” del Mpa.”Noi – aggiunge – abbiamo sempre sostenuto con convinzioneMicciché”. Lombardo ritiene che “Musumeci abbia pagato la crisi che stanno attraversando il Pdl e Silvio Berlusconi”, ma si dice “sorpreso dal risultato del Movimento 5 stelle” di Beppe Grillo: “nonostante la forte astensione ha preso molti voti: evidentemente la protesta è stata altissima”.
Il presidente di Fareitalia e promotore della lista Musumeci Adolfo Urso parla di “tsunami politico”, “ma il centrodestra unito sarebbe ancora maggioranza”. Secondo Urso “il presidente della regione sarà eletto dal 15 per cento dei siciliani aventi diritto al voto, con un tasso di astensione e di frammentazione mai così alto. È saltato il vecchio sistema politico, uno tsunami e non solo un grido d’allarme”. Il presidente di Fareitalia considera che “Abbiamo fatto una campagna in condizioni proibitive tra scandali nazionali e dichiarazioni lesive e controproducenti. Malgrado ciò i risultati dimostrano che se il centrodestra fosse unito sarebbe ancora maggioranza. È assolutamente necessario lanciare un vero processo di rinnovamento senza più ambiguità per consentire di ricomporre il centrodestra, andare avanti e non certo indietro”.