PALERMO – “Venti, sessanta, cento anni, la vita. A che serve se sbagliamo direzione? Ciò che importa è incontrare Cristo, vivere come lui, annunciare il suo amore che salva”. Il cardinale Paolo Romeo nella sua omelia di Pasqua, dopo essere stato in mattinata tra i detenuti del carcere dell’Ucciardone, cita ancora una volta padre Pino Puglisi che sarà beatificato il prossimo 25 maggio nel corso di una celebrazione Eucaristica che si svolgerà alle 10.30 allo stadio Barbera di Palermo, per indicare ai fedeli che non sono le nostre numerose “pasque” a farci camminare e crescere, piuttosto lPad’orientamento della nostra vita a Cristo, la direzione del nostro cammino in compagnia di Cristo, “cercando le cose di lassù”.
“Camminiamo nella nostra giornata terrena con i piedi ben posati per terra, immersi nelle nostre occupazioni e carichi delle nostre preoccupazioni – ha continuato il Presule – così come ci viene richiesto dalla nostra condizione umana. Ma bisogna riconoscere che troppo spesso tutto questo è un chiuderci solo su noi stessi isolandoci dalle provocazioni che ci vengono dal Signore che ci chiama. Proprio questa “direzione” della vita, questo orientamento, rende il volto di Dio presente nell’oggi dell’uomo, costruisce comunione, ci fa crescere in santità di vita e dignità”.
Quindi ha aggiunto: “Nell’esercizio del mio ministero ho servito la Chiesa in tante realtà e in diversi Paesi, ma posso dire che questa Cattedrale, nella quale sono consegnati secoli di storia e di arte, trova nel Risorto che la domina una singolarità di cui sono fiero”. “Cercate le cose di lassù” sembra dire il Risorto ad una Città e ad una Regione che si vedono sempre più depresse ed abbattute, che non vedono futuro. Bisogna rivolgere il pensiero e la vita alle “cose di lassù”, ma non per estraniarci dai problemi che ci attanagliano, piuttosto per potere risorgere in modo pieno ed autentico. L’umanità di Gesù, morto e risorto, ci apre un cammino per le nostre risurrezioni, per quell’autentico rinnovamento di cui abbiamo bisogno, un rinnovamento che è prima interiore e di conseguenza anche esteriore e visibile, nei nostri rapporti e nella società che, da uomini nuovi, decidiamo di costruire. Palermo e la nostra Sicilia hanno bisogno di nuove opportunità e di nuova vita! Non possiamo permetterci di riaprire l’emorragia dell’emigrazione che rompe i vincoli familiari e culturali che fanno bella la nostra esistenza. Abbiamo bisogno di una risurrezione che, più che economica, è primariamente interiore e morale, di una rinascita in cui ciascuno, animato e sorretto dai valori che ritrova dentro, possa compiere, per la sua parte, tutti i passi necessari a rianimare il futuro”.
Il cardinale ha poi invitato ad un cambio di direzione di vita e aprire la porta perché Cristo possa entrare nelle nostre vite e ad assumere un grande senso di responsabilità nell’assumere tutte le problematiche che travagliano la società di oggi e citando l’omelia che il Santo Padre Francesco ha pronunciato nella Domenica delle Palme ha invitato a non lasciarsi rubare la speranza.
In conclusione un invito: ”La Pasqua è un giorno di gioia, perché non è più tempo di indugiare, tentennare, adagiarsi. L’invito è chiaro e forte, deciso e decisivo ad un tempo: non si può più cercare la Vita nei sentieri di morte, perché non si può più cercare tra i morti colui che è l’Autore della Vita, il Vivente. Egli vive! Questo ci basta! Perché se egli vive nulla ci può mancare, nulla può fallire, nulla può vincere la forza della Vita nuova che Dio ci ha voluto elargire”.