CATANIA – Sono passati 31 anni dalla mattina in cui il segretario della Democrazia di Misterbianco Paolo Arena è stato ammazzato a pochi centimetri dal Municipio. Un delitto rimasto irrisolto per tre decenni. Oggi arriva una prima verità processuale. La Corte d’Assise di Catania (presidente Filippo Pennisi, a latere giudice Anna Scirè) ha condannato all’ergastolo il boss Tano Nicotra come il mandante dell’omicidio e ha assolto Nino Riivilli. La lettura del dispositivo è avvenuta pochi minuti fa, dopo una camera di consiglio durata qualche ora.
Ricalcate le richieste di pena del pm Marco Bisogni, formulate al termine di una requisitoria dove sono stati esaminati i tasselli dell’indagine (è uno stralcio dell’operazione Gisella) che hanno portato a identificare nella figura del capo del clan Nicotra, cellula misterbianchese dei Mazzei di Catania, l’uomo che ha ordinato l’omicidio del politico. Il movente? Il boss sarebbe stato convinto che l’esponente della Dc avrebbe favorito negli appalti il clan rivale ai Nicotra. Cioè il gruppo mafioso dello scomparso boss Giuseppe Pulvirenti ‘u Malpassotu. Tra i due c’era stata una guerra che aveva portato all’uccisione del fratello di Gaetano, Mario ‘u tuppu Nicotra (da qui il nomignolo i Tuppi per la cosca) nel 1989, e aveva portato i familiari a trasferirsi in Toscana per non fare la stessa fine.
A dare input per riaprire il caso è stato Luciano Cavallaro, ex soldato dei Tuppi, che ha cominciato collaborare con la giustizia diversi anni fa. Il pentito, nel corso del dibattimento, ha raccontato minuto dopo minuto l’agguato e poi le fasi della fuga. E poi ad incastro sono stati ascoltati altri testimoni e sono stati acquisiti altri atti che hanno portato oggi alla condanna di Tano Nicotra come il mandante del delitto. Questa mattina l’udienza si era aperta con la replica del pm Bisogni, a cui era seguita una controreplica dell’avvocato Vittorio Basile, che assieme all’avvocato Salvo Vitale, difende Gaetano Nicotra. La Corte d’Assise ha disposto il risarcimento per il Comune di Misterbianco, mentre è stata esclusa l’Associazione antimafia Alfredo Agosta.
Le motivazioni della sentenza arriveranno tra 90 giorni. Quasi scontato il ricorso in appello dei difensori di Nicotra. Non può che dirsi soddisfatto l’avvocato Francesco Antille, difensore di Rivilli. Ma su questa posizione, anche l’accusa aveva chiesto l’assoluzione.