PALERMO – La Procura presenta un conto da 160 mila euro a Salvatore Campo, presidente dell’Associazione siciliana anti estorsione (Asia) di Aci Castello.
A tanto ammontano i contributi che Campo tra il 2010 e il 2017 ha ricevuto dalla Regione siciliana e che secondo i pubblici ministeri contabili dovrà restituire. Invece di utilizzare i soldi per le attività in favore delle vittime di racket e usura se ne sarebbe appropriato a fini personali.
Campo è stato citato in giudizio dal procuratore regionale della Corte dei Conti Gianluca Albo e dal sostituto Vincenzo Liprino. I guai contabili si aggiungono a quelli penali visto che Campo è già finito sotto processo per concussione. A indagare sull’associazione sono stati i finanzieri di Catania.
L’associazione antiracket sarebbe stata lo schermo della vera attività di Campo. La legge prevede che le vittime siano assistite gratuitamente ed invece il presidente le avrebbe indotte o addirittura costrette a consegnargli dei soldi.
Campo avrebbe imposto alle vittime un vero e proprio tariffario che oscillava tra il 3 e il 5% in cambio dell’assistenza da parte dell’associazione.
Una parte dei soldi sarebbe stata trasferita dai conti dell’Asia a quelli personali di Campo oppure, in una circostanza, utilizzati per pagare i tributi della società del figlio.
Il presidente è stato invitato a dedurre ma la sua difesa (dall’errore nei calcoli dei pm contabili al difetto di giurisdizione) non ha convinto la Procura. Avrà modo di difendersi nel coso del processo che si celebrerà davanti al collegio presieduto da Giuseppa Maggio.