Sono rimasti in silenzio una settimana, per “prudenza e pazienza”. Ma questa mattina, quando era ormai chiaro che, nonostante le trattative romane con Silvio Berlusconi, Raffaele Lombardo prevedeva per l’Udc soltanto un assessorato, per giunta da assegnare ad un tecnico esterno, hanno deciso di rompere gli indugi e passare al contrattacco. “Siamo fuori da questa nuova giunta – ha tuonato Saverio Romano, segretario regionale del partito di Pierferdinando Casini – Non partecipiamo alle trattative private da suk arabo del presidente della Regione, che si svolgono fuori da ogni regola politica. Non stiamo lì con il piattino in mano ad aspettare uno e due assessorati. Pretendiamo rispetto per un partito che in Sicilia raccoglie il 12 per cento di voti, ha tre presidenti di Provincia, dodici deputati regionali, decine di sindaci e consiglieri comunali. Del resto, siamo all’opposizione a Roma, non è morto nessuno. Anzi, i nostri consensi sono aumentati. Non ci preoccupa essere fuori dalla maggioranza anche in Sicilia. Il prossimo 2 luglio il comitato regionale del partito, convocato per valutare l’esito del voto, si occuperà anche dell’assetto del governo. Mi auguro che, da qua ad allora, ci sia un ravvedimento operoso di Lombardo. Ma non ci spero”.
Di fronte alla prospettiva di passare all’opposizione gli scudocrociati sanno già mostrare i denti. “Tutti parlano dei Fondi Fas che non vengono concessi all’isola e restano bloccati a Roma – ha attaccato Romano – Ma nessuno chiarisce che questi soldi vengono chiesti per colmare i buchi in bilancio, che senza questi quattro miliardi di euro la Regione non riuscirà ad arrivare alla fine dell’anno. Sul disegno di legge costituzionale per la sfiducia costruttiva è bene precisare che l’Udc ha annunciato di volerlo votare perché c’è un vulnus legislativo da colmare. Non è una norma contro Lombardo e lo dimostra il fatto che noi abbiamo chiesto di farla valere a partire dalla prossima legislatura, oltre al fatto che il provvedimento non è stato certo proposto da noi. Nessuno parla di temi come il fallimento degli Ato rifiuti o dell’emergenza occupazionale”. E all’accusa di avere “remato contro”, rivolta ripetutamente dal capo dell’Mpa, l’Udc ha replicato a muso duro: “Noi avremo remato contro i suoi interessi di partito quando ha imbottito l’amministrazione di suoi uomini, ma non abbiamo mai remato contro gli interessi dei siciliani”.
Di fronte all’inerzia rispetto ai problemi della Sicilia, i democristiani hanno annunciato di volersi “sfilare da questo palio delle meschinità” e rispetto all’affermazione di non avere voluto interloquire con Lombardo, Romano ha replicato leggendo ai giornalisti un sms inviato nei giorni scorsi al cellulare del presidente della Regione. “Non mi sono fatto sentire – ha detto sciorinando per esteso il testo del messaggio – perché dopo il nostro incontro, durante il quale ti eri impegnato ad aprire un tavolo di trattative, ti sei limitato alla ricerca di deputati, anche dell’Udc, per lasciarci fuori dalla giunta. Del resto non è importante sentirsi ma capirsi. Ho già registrato la tua ostilità personale. Mi amareggia, ma non te la ricambio. Dopo 25 anni è difficile. Pretendo però rispetto per il mio partito e per la nostra posizione politica, almeno questo…”. Estremo appello che sarebbe caduto nel vuoto perché Lombardo avrebbe solo risposto pubblicamente sostenendo di non potersi sedere attorno ad un tavolo con chi gli aveva chiesto di azzerare la giunta.
“Lui non è il padrone della Sicilia e noi non abbiamo un padrone – ha aggiunto Romano – Lombardo ha privilegiato la trattativa privata, fuori da ogni principio politico. Io sarò obsoleto, ma penso che le regole dell’alleanza abbiano un valore. Oggi ci sentiamo turlupinati rispetto all’esito del voto di un anno fa e chiediamo chiarezza. Il presidente della Regione dica cosa vuole fare, con chi e come. Fino ad allora non parteciperemo a questo valzer reale e virtuale di poltrone, anche perché ha promesso più di quanto può concedere”.
In particolare, l’Udc ha ribadito di volere chiarezza sul ruolo del Pd in questo esecutivo. “Avevo già detto che c’è un problema dentro il Partito democratico – ha spiegato il segretario scudocrociato – perché Lumia partecipa a questa giunta attraverso l’assessore all’Industria, Marco Venturi, che è una persona assolutamente perbene, ma è un suo uomo, e ve lo dimostro”. La prova, sventolata davanti ai giornalisti e fornita in fotocopia, sarebbe una mail relativa ad un comunicato stampa congiunto del responsabile all’Industria e del sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, inviata dalla posta elettronica di Lumia a tre indirizzi dell’ufficio stampa della Regione Sicilia e al primo cittadino termitano, per la successiva divulgazione a giornali e televisioni. “C’è un problema – ha concluso Romano – che riguarda la formazione di un governo trasversale. Se Lombardo vuole fare questo esperimento lo faccia, ma lo dica. Condanniamo le reticenze, non le scelte. Vogliamo sapere: se questo governo rispetta i risultati elettorali del 2008; se persegue il programma votato dai siciliani e se prevede la presenza di personalità esterne nate da trattative private con pezzi del Pdl e del Pd”.
Infine, Romano ha riservato un passaggio agli alleati del Pdl. “Lombardo ha preferito trattare con il Popolo delle Libertà – ha concluso – Da quello che sappiamo fino ad ora, i coordinatori nazionali smentiscono che questa notte si sia arrivati ad un accordo e sono in linea con la posizione concordata. In ogni caso, noi abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo. Ma in questo tavolo mancava la terza gamba, è di tutta evidenza. Noi non deleghiamo nessuno a rappresentare la nostra linea politica, figuriamoci trattative, che ci sono state proposte ma che non abbiamo voluto discutere. Abbiamo fatto un ragionamento con il Pdl. Noi continuiamo a dire le stesse cose. Se per loro non sarà più così sarà un problema loro”.