L'ultima idea di Cimino: | "Una fiction su Pirandello" - Live Sicilia

L’ultima idea di Cimino: | “Una fiction su Pirandello”

Mimmo Cuticchio

Michele Cimino (nella foto) ha un'altra proposta. Una fiction su Pirandello, per rilanciare la Sicilia.

Stavolta la questione è seria e non c’è nulla da ridere o da obiettare. Perfino noi che abbiamo espresso talvolta critiche pungenti all’onorevole Michele Cimino (ricordate i commenti da cassare sui siti?) non possiamo fare altro che inchinarci al cospetto del seguente – bellissimo – comunicato. Leggete, mormorandolo in raccoglimento.

“Lo studio e l’analisi dell’opera pirandelliana costituiscono un percorso che ha un inizio ma non una fine perché come tutti i classici si rinnova e si riscopre col passare del tempo. Cosi l’on Michele Cimino, Voce siciliana all’Ars, intervenendo a Terrasini al 50′ convegno di studi pirandelliani. ‘Si tratta di un appuntamento annuale che fa registrare, invariabilmente, la partecipazione di tantissimi giovani motivati dallo studio del drammaturgo di Girgenti. Il mio auspicio, da agrigentino, è che il Convegno torni alla sua Casa Natale e che la Regione finanzi una fiction sui luoghi e sulla vita di Luigi Pirandello, un autore che il mondo ci invidia e che merita attenzione e rispetto, e che deve ancora essere pienamente apprezzato. Di fiction che denigrano i Siciliani e che offrono una immagine distorta e fuorviante della nostra Isola non abbiamo alcuna necessità”.

Ora, i commentatori malvagi stiano alla larga. Essi potrebbero malignare che l’incipit del comunicato rammenta piuttosto un temino della quarta ginnasiale (ripetente). Essi magari potrebbero obiettare che egli, Cimino, volesse procacciarsi consensi facili facili a suon di pessima retorica. Cioè, fare il bravo col Pirandello degli altri. E quindi, in Malesia avrebbe perorato la causa di una fiction su Sandokan (che peraltro c’è già), nella vecchia fattoria una fiction sullo zio Tobia e dal panettiere una fiction sui bocconcini col cimino, giacché il marketing è marketing. Malvagi è spregiudicati. Egli si dimostra puro, nel suo intento. E si capisce dalla faccia che Michele non saprebbe stare senza Luigi.

Ma poi, a prescindere dalla crisi, dalla latitanza di piccioli, dalla politica che è in ben altre sopravvivenze affaccendata, chi potrebbe prestare il volto al personaggio principale? E si tratterebbe di un siciliano, in ossequio all’autodeterminazione dei ruoli.

Sperandeo? Non male come idea. Però a un certo punto Tony forse esclamerebbe, come ne ‘Il muro di gomma’: “Figghio i su…a” (i puntini li lasciamo sospesi nella morbosità di ognuno). E la fiction andrebbe pirandellianamente a farsi fottere. Gioè? I ragazzi lo confonderebbero col ‘Capo dei capi’, immaginerebbero uno pseudonimo di Riina scrittore. Massima diseducazione. Salvo Randone? Splendido. Purtroppo è morto. No, no, ci siamo. Mimmo Cuticchio.

Mimmo è l’ultimo poeta di una terra agra e disperata. Lui costruisce i sogni con le mani e con la voce. Mima la bellezza. Sarebbe un indimenticabile Pirandello. A Mimmo bastarebbe una fiction di una puntata, con una puntata di dieci secondi. Appena il tempo per cantare, parlando: “Ragazzi, Pirandello leggetelo. E’ l’unica rivoluzione possibile”. The end.


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